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Derubato dai pirati dei caraibi

Creato il 24 novembre 2010 da Paperoga
Derubato dai pirati dei caraibi E sì che il risveglio era stato programmato alla perfezione. Sveglia anticipata di 12 minuti, tempo necessario a regolare la barba a radere il superfluo e pettinare la chioma bionda in modo appena decente per fare due fototessere. Il treno alla solita ora, ma una volta giunti in quel di Reggaemilia, sosta in stazione davanti alla macchinetta scatta foto, che quando ti servono di foto non ne hai mai, e quando te ne servono due, ne hai solo una, inservibile. Eccomi dunque coi quattro euro in moneta contati, davanti ad un apparecchio caleidoscopisco pieno di musiche e luci colorate, con una suadente annunciatrice che promette foto meravigliose a pochi euro. Il vecchio che è in me si ricorda che ste macchinette una volta manco esistevano, si andava dal fotografo il quale per una cifra spropositata ti faceva una foto dietro uno sfondo bianco, qualche minuto di attesa, poi verifica del risultato, per scoprire che avevi gli occhi chiusi o una caccola sporgente, e dunque di nuovo a farsi fotografare. La macchinetta invece abbatte costi e tempi, e ciò è gagliardo. Davanti mi si pongono però un sacco di inutili opzioni: 4 foto tessera classiche più due grandi per il passaporto americano? 4 foto classiche più tre piccole per la patente e la carta d’identià elettronica? 9 foto miste? foto grandi con cornice? con nuvoletta dei fumetti? foto distorcenti? colorate? in bianco e nero? “Potessero crepare, ma che me ne frega a me, mi servono solo due maledette foto!“. Sorpreso da cotanta scelta, da cotanti tasti e da un sonno non ancora smaltito, infilo i primi due euro nella prima fessura che vedo. Dopo un attimo la macchinetta mi sputa fuori una scatolina nera. “Cacchio” mi dico, “che velocità, manco mi sono messo in posa, che fanno, ti scattano la foto mentre metti i soldi?” Invece nella scatolina c’è un portachiavi. Non uno qualsiasi: un portachiavi di gomma dei Pirati dei caraibi, arancione fosforescente. “Mettici la tua foto”, c’è scritto. Guardo meglio dove sono andato a infilare i soldi: ho sbagliato fessura, ho comprato un cazzo di portachiavi orrendo  e per quanto sono coglione mi sono polverizzato due euro. Ecco, adesso non ho più i soldi contati. Sul display dice che accetta anche i 5 e i 10 euro. Corro in edicola, cambio 20 euro, torno sgommando, inserisco i 10 euro, entro nella gabbietta, mi metto in posa. Pigio il tasto e tre-due-uno-scatta. La barba sarà anche stata curata stamattina, ma sarà il giubbotto da brigatista, saranno le occhiaie simil-maniaco, sarà la lieve smorfia al pensiero di quei 2 euro rubatimi dai pirati dei caraibi, alla fine quel che ne esce è la tipica foto che un giorno useranno i giornali quando verrò arrestato per motivi che devo ancora decidere. La voce femminile mi dice di raccogliere le foto e telare. Io replico, quasi fosse davanti a me, che voglio il resto. Ma il resto non arriva, anzi, sul display lampeggia che ho 5 euro di credito. Guardo meglio sulle istruzioni, e che il diavolo mi impicchi c’è scritto grande quanto una casa, addirittura in rilievo, che la macchina non dà resto. Sgrano una sofferente granitica bestemmia mista di terra e sangue, digrignando i denti. Nello stesso momento, alcune colombe si alzano in volo dalla tettoia dei binari ferroviari. Qualche campanile scampana all’improvviso. Si sentono canti gregoriani nell’aere. Tra l’altro, ziocane, mi ha selezionato l’opzione più costosa, quella che mi fa nove foto. “Nove foto, cosa cazzo me ne faccio di nove fotoE i 5 euro di credito? Non li lascerò certo al primo stronzo che passa!” Ecco dunque che rientro e mi rifaccio uno scatto, la cui espressione stavolta tradisce indicibili profanazioni verbali, uno stato d’animo prossimo a prendere a calci in culo il primo che passa. Ecco altre inutili nove foto calde calde. Il risultato della frittata è che mi ritrovo con 18 foto tessera, e me ne servivano 2. Ho speso 12 sputtanatissimi euro, mi ci facevo fare un book fotografico dall’erede di Cartier Bresson, a saperlo. Ho anche in tasca un simpatico portachiavi portafoto per undicenni che qualunque idiota si vergognerebbe a possedere, (e che cedo ai miei lettori per due-euro-due). Ho perso un quarto d’ora di lavoro che dovrò recuperare. E per di più sto post si è cancellato in corso d’opera, e l’ho dovuto riscrivere. Ho voglia di sacramentare. O di piangere.

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