Tra le cose che sto leggendo c’è un libro di Thomas Bernhard, L’imitatore di voci, l’editore è Adelphi, la traduzione è di Eugenio Bernardi (quando si dice il destino nel nome). Nel libro Bernhard assume le fattezze di un cronista che raccoglie più di cento notizie tra lo strampalato e il farsesco e le riporta con inappuntabile misura. Una di queste si intitola Desiderio inappagato:
Una donna di Atzbach è stata ammazzata dal marito perché nel fuggire dalla casa in fiamme aveva portato in salvo quello che secondo lui era il figlio sbagliato. Non aveva salvato il figlio di otto anni per il quale l’uomo aveva concepito grandi progetti, bensì la figlia alla quale l’uomo non voleva bene. Davanti al tribunale distrettuale di Wels, quando era stato domandato a quell’uomo quali progetti avesse mai in mente per quel figlio rimasto carbonizzato nell’incendio, egli aveva risposto che intendeva farne un anarchico e uno sterminatore che distruggesse la dittatura e quindi lo Stato.
Da ragazzino ho conosciuto un tizio che si diceva sicuro che da grande avrebbe sposato un’impeccabile signora dell’alta società con cui sarebbe andato a vivere in un lussuoso palazzo nel centro di Roma. Era talmente ossessionato da questa idea che a scuola finirono per chiamarlo il Principe. Venticinque anni dopo l’ho ritrovato su facebook, ha pubblicato una foto di sua moglie, nella foto la signora ha una canotta zebrata e un paio di shorts di pelle, si fa riprendere in prospettiva come se sostenesse la torre di Pisa con le alte terga.