Magazine Cultura
Altro libro acquistato anni or sono e letto solo ora, complice anche una smania che mi ha colto ultimamente e che ha come protagonista la fantascienza.
Così, visto che mi è capitato tra le mani quasi per caso, ho deciso di iniziarlo, tanto per vedere se mi prendeva.E, caspio, mi ha preso di brutto!
>Destinazione cervello, capolavoro di Asimov, scritto nel lontano 1987, narra delle avventure di Albert Morrison, neurofisico bistrattato in patria e relegato dal mondo accademico a mero contorno ironico della vera scienza. La colpa di tutto questo è dovuta ai suoi studi sulle onde cerebrali e alla capacità, presunta, di poterle captare e riassemblare in pensieri chiari e comprensibili. Ma questa sua ossessione, che negli anni lo ha portato a perdere la famiglia, il rispetto deiu colleghi e, a breve, anche le ultime sovvenzioni, attira l'attenzione di Nathalia Boranova, una scienziata che pare occuparsi di tecniche di miniaturizzazione in quel della grande madre Russia. dapprima recalcitante a fornire la sua assistenza, viene rapito, portato in Russia e rinchiuso in un enorme complesso di laboratori sotterranei chiamato La Grotta e lì, dopo svariati tentativi da parte della Boranova di partecipare ad una misteriosa missione, scopre che in realtà, a dispetto di tutte le sue opinioni, i russi hanno effettivamente scoperto il modo di miniaturizzare un oggetto, fino a fargli raggiungere le dimensioni di un atomo. Lo scopo della missione, alla fine svelato dalla stessa Boranova, è di entrare nel cervello di Pyotr Shapirov, unico estimatore delle teorie di Albert, e captare i suoi pensieri. Sì, perché Pyotr è in coma, irreversibile, e nella sua mente sembrerebbe che siano racchiusi i segreti della miniaturizzazione e il sistema per renderla stabile e duratura. Con questo plot, già di per se potente e incalzante, prende il via una storia densa, carica di emozioni e che, con mio grande stupore, sono riuscito ad apprezzare soprattutto per i tagli politici e scientifici che Asimov è riuscito a creare. Leggendo, fin dalle prime pagine, si sente chiaramente la contrapposizione fra Russia e America, quella competizione che, nel futuro ucronico descritto da Asimov, pare essersi sopita ma che in realtà è solo apparenza. Non si è più in guerra fredda, alla luce del sole vige il rispetto, la collaborazione e tante belle parole. Ma a conti fatti le cose stanno diversamente, le due nazioni sono ancora in gara per una supremazia in ogni campo, e la miniaturizzazione non fa eccezione. Seconda peculiarità del romanzo, la scienza. Onnipresente, dettagliata, motivo principale per cui Asimov, dopo quasi vent'anni dalla prima stesura, commissionata e non libero di scriverla come avrebbe potuto, per il quale ha deciso di riscrivere l'intera storia. Ovunque c'è uno sfoggio infinito di conoscenza, di nozioni che vanno dalle più classiche a vere e proprie interpretazioni delle cellule neurali, delle sinapsi e di tutti quei sistemi che regolano il flusso di onde cerebrali. Non c'è pagina in questo romanzo in cui non troviamo qualcosa di spiegato nei minimi dettagli, in uno stile fluido, coerente e pulito, che non intoppa e non lascia mai interdetti. Diciamo che, per spiegarla meglio, dopo aver letto questo romanzo, se qualcuno mi chiedesse "è possibile miniaturizzare un uomo?", la mia risposta sarebbe sì, l'ha detto Asimov!| Insomma, un concentrato di fantapolitica, teorie quantistiche, biologia e rapporti umani, che farebbe impallidire molti autori attuali e che, ancora oggi, riesce a tenere incollati alle pagine e costringe il lettore ad andare avanti. Un must per chiunque ami la fantascienza. Punto.
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