Il testo dello schema del decreto legge sull’efficienza energetica non è ancora approdato alla Camera per la discussione, ma già emerge la volontà da parte degli schieramenti politici che sostengono l’Esecutivo di estendere la detrazione 65% anche per gli interventi di adeguamento antisismico degli edifici.
Per la verità, nella bozza licenziata dal Consiglio dei Ministri venerdì scorso era già stata inserita la norma che consentiva di usufruire della agevolazione fiscale del 50% ai lavori finalizzati alla messa in sicurezza e all’adeguamento antisismico degli edifici fino al 31 dicembre 2013.
Oggi, invece, da più parti (il Ministro alle infrastrutture Lupi, il responsabile ambiente del Pd, Ermete Realacci, e l’ex Ministro Matteoli) è stata confermata la volontà di “spostare” i lavori per l’antisismica sotto l’ombrello della Detrazione 65%, per renderli più appetibili e favorire in questo modo una stagione di rinnovamento delle strutture edilizie italiane, soprattutto le più vecchie e obsolete dal punto di vista della sicurezza.
Lo stesso Ministro Lupi, a margine della riunione della scorsa settimana, aveva evidenziato come non si possa vivere nell’emergenza, dichiarandosi fin da subito disponibile a lavorare per la modifica del decreto in questo senso.
Nonostante le buone intenzione, rimane il nodo di reperire le risorse finanziarie per garantire anche questo nuovo sconto fiscale e qui, i diretti interessati, ammettono che il “problema esiste”.
Insomma, la questione dell’adeguamento ai più moderni standard di sicurezza antisismica del nostro patrimonio edilizio sembra ben presente nell’agenda della Politica, come lo è da tempo in quella dei professionisti tecnici.
In ordine di tempo, ricordiamo l’appassionata e lucida denuncia fatta su queste pagine dall’ing. Giuseppe Albano: “l’esperienza acquisita nell’ultimo ventennio ci ha fatto intuire quanto siano vulnerabili le strutture in muratura esistenti nel nostro territorio”.
“I motivi di tale vulnerabilità sono pochissimi, ma intensi”, ha scritto Albano, “vetustà dei materiali costituenti, eccessive masse inerziali in gioco, rimaneggiamenti nel corso dei secoli, ignoranza ingegneristica e dei cittadini”.
Di Marina Rui Ferro