<<Ecco, adesso vorrei solo, tipo… riposare. Ho preso un po’ di sole e.. mm.. direi che… che… la giornata di per sè, voglio dire, è una domenica – cosa ci si aspetta da una domenica? – , direi che la giornata è, ecco, fatta. Nel senso che, l’ho, come dire, finita; l’ho… riempita. Manca ancora qualche ora, ma… beh, in realtà molte. Mancano ancora molte ore ma, a che cosa? E poi, è tornata l’ora solare. Ecco. Un buon pretesto. Mi ci voleva proprio, un buon pretesto.>>. E se lo gustò come un sorso d’amaro dopo un pranzo insipido.
Eppoi le palpebre s’erano fatte troppo pesanti per poterle sostenere. Non ce l’avrebbe fatta – non con quella stanchezza in corpo, no. Il suo corpaccione goffo intanto si affossava nel divano, e la pelle spessa della sua faccia si afflosciava sulle rughe.
In un attimo, cedette, e andò a fondo aggrappato al suo buon pretesto.
Il sigaro toscano che aveva preso un secondo prima del tracollo, scivolò via dalle dita tozze, e rotolò sul pavimento.
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