Magazine Diario personale

§ Detti popolari e paradossi della comunicazione §

Da Faith

Dalle mie parti c'è un detto.
Si dice:
<<chi piange fotte a chi ride>>.

Chi lo annuncia, vuole sottendere che egli stesso è lo sciagurato che ride ed è fottuto a ripetizione da chi invece piange e si lamenta.
Lui ride, invece, e va avanti senza far pesare a nessuno le sue sfortune.

Potrei limitarmi a dire che taluni apprezzano l'adulazione solo quando travestita da insulto, e citerei Jerome.

Ma la verità è che chi pronuncia questa frase, catalogandosi automaticamente tra quelli che ridono, è il peggiore dei piagnoni.
D'altra parte, se uno ridesse davvero, continuerebbe a ridere senza lagnarsi. Chi ride per davvero, non potrebbe mai dire pronunciare un annuncio simile.
Dirò di più. Chi pronuncia questa frase è possibilmente il più pericoloso dei piagnoni.
Perchè ci sono i piagnoni che hanno un mucchio di ragioni per lamentarsi, piangono, frignano, ma è un modo, si sfogano, poi ripartono. Piangono, ma restano persone per lo più autonome.
Ci sono poi i piagnoni che hanno pure un mucchio di ragioni per lamentarsi (più spesso no, ma questo è cinismo), ma frignano per altra ragione. Frignano per attirare l'attenzione, frignano perchè la loro vera ragione è proprio l'autonomia.
Ok, chiamiamola solitudine, ma è la condizione naturale dell'uomo. Instauriamo relazioni perchè in questo modo proviamo sensazioni meravigliose (quando siamo fortunati), perchè banalmente cerchiamo il modo di riempire un vuoto.
Ma quel vuoto è sempre presente, anche solo per un attimo prima di dormire, anche solo per un centimetro quadrato nella distanza dell'abbraccio che dividiamo con l'altro, nell'odore appena percettibile che manda alla memoria antica ricordi ancestrali.
C'è, ed è eterno.
Non è il male assoluto. Quel vuoto è alla base della spinta a realizzarsi nei propri progetti, nei propri sogni, nelle proprie relazioni. Quel vuoto è alla base delle aspirazioni, più o meno distorte, poi, dalla forza centripeta di questo buco nero, che tutto assorbe e cosa risputa non si sa.
Il piagnone che fotte a chi ride e vorrebbe ridere mentre lo fa, nel più classico dei paradossi, dentro quel vuoto ci si piazza come un elefante rosa di dumbo. Ci si piazza e si scatena in azioni tutte afinalistiche.
Azioni che coprono un inganno.
Lui attende.
Attende che qualcun altro gli tenda la mano senza sforzarsi di allungare la propria, imprigionato in una logica relazionale classicamente lineare come forse neanche la fisica è più.
Attende che qualcun altro gli spiani la strada.
Attende.

Diffidare, allora, di quelli che celebrano se stessi come grandi ridaioli.
O più probabilmente diffidare di chiunque celebri se stesso come appartenente all'una o all'altra sponda.
I piagnoni, mio dio, sono piagnoni, c'è poco altro da dire.
Gli altri, loro sì che stanno cercando di fotterti...


Ritornare alla prima pagina di Logo Paperblog