Di Albe, Aurore, Tartufi, Civette e Mattini…

Aurora si svegliò; erano le prime luci dell’Alba.

In quel momento Alba protestò: ‘Siamo in due- disse- a possedere il mattino. E la trovo un’ingiustizia. Io me ne vado in vacanza’.

‘E allora anch’io’- protestò Aurora. E prese il carro di  Fetonte per andare a Napoli perché là c’era il Mattino e voleva vederlo: le era sempre sembrato un tipo interessante…

Il Mattino si alzò: era a Napoli; e disse ‘Cara Aurora, hai subito pur sempre un’ingiustizia minore di quella di Calimero, che  dopo più di quarant’anni è ancora nero’.

Rispose Alba: ‘Potremmo metterlo sul comò, in fondo è un pulcino e magari fa comunella con le tre civette, che un po’ di tempo fa si erano stufate di fare all’amore con la figlia del dottore’.

‘Beh potrebbe essere una buona idea, anche perché il dottore dopo che si ammalò schiattò pure’, rispose il Mattino ‘e la figlia va consolta’.

Aurora si svegliò, era più stanca del solito; quando vide Calimero e le tre civette accoppiarsi sul comodino sopra una copia del Mattino, si ricordò di essere in vacanza a Napoli e decise che avrebbe inviato un sms a Alba, che era andata in Piemonte a comprare i Tartufi, la quale le rispose che era impegnata e che non poteva provvedere a far sorgere il sole.

Fu così che Aurora prese le tre civette e Calimero- ancora impegnati in affari loschi- gli fece provare la posizione del sole e li mise in cielo, mentre lei andava ad abbronzarsi in spiaggia (se l’era pur ben meritata ‘sta vacanza!).

Quel giorno i bambini impararono che i bimbi non nascono sotto i cavoli e che i pulcini neri vanno molto d’accordo con le civette- che da quando il dottore è morto non stanno più sul comò ma han di meglio da fare…