Magazine Diario personale

Di cani e altre bestitudini

Da Mizaar

razze-di-cani_O1Fateci caso, in giro ci sono tanti cani. Oh, intendiamoci non quelli che per cattiva condotta oppure per mancate attitudini non esiteremmo a definire “ cani “, ma cani cani quelli col pelo, la coda, un’indole generalmente canina e in afflato affettivo con la razza umana. Ce ne sono davvero tanti, negli ultimi tempi, specie dalle mie parti. Ordunque non sono cani randagi, ma hanno casa, padrone e status sociale. I cani sono socialmente visibilizzanti. Chi ha un cane si connota immediatamente come padrone di cane con tutto quello che ne consegue a livello di considerazione altrui: un padrone di cane è socialmente ritenuto una persona sensibile, capace di empatia con il mondo animale, apprezzabile per il suo francescanesimo – il poverello d’Assisi, parlatore di lupi ante litteram, aprì una carriera a tutti i futuri portatori di cani nonché a quelli che con il lupi ballavano. Ma non vi fate imbrogliare dalla fuffa del buon padrone di cani, ché a mio parere i quadrupedi fanno tanto social. Altrimenti non si spiegherebbe il perché di tanti cani in giro, ma non semplici meticci adottati per l’empito di adottare un trovatello, bensì bestiole dalle razze più disparate, cose che nemmeno voi umani eccetera eccetera. Sicché in giro si trovano molossi – come quello di stamattina che conduceva il proprio umano guinzaglio/ mano con la santa pazienza di un bestione che ha bisogno di portare a spasso un uomo – shar pei – che non è una sciarpa a pelo corto, ma un tenero bestiolino tutto raggrinzito che farebbe gridare al sabotaggio l’inventore dell’appretto! – e labrador come se piovesse, cocker – c’è un ritorno di fiamma con il simpatico pulitore di marciapiedi  con le orecchie ricciolute e pendule – salsicciotti vaganti meglio detti welsh corgi, cavalier king, beagle, bulldog francesi e inglesi, san bernardo – con il nostro caldo! e senza montagne! e senza valanghe! – insomma a iosa e delle razze più strane. Un’idea del perché me la sono fatta. I più giovani, con la scusa del cane strano, lasciano che le pulzelle si avvicinino al cane e, zac!, cuccano. Gli adulti mostrano il cane per mostrare al mondo intero che possono permetterselo. Più la razza è astrusa e più il cane costa. Magari si manda a prendere dallo sperduto allevamento dell’oltrepò pavese, con spese a carico del futuro padrone, per cifre esorbitanti, per poi vantarsene sui social cosi, postando foto della bestiola mentre dorme, mentre si gratta, mentre sbadiglia, mentre fa plin plin e sottolineando il costo stratosferico, la difficoltà a reperirla, le complicazioni dell’allevamento della stessa poiché, il più delle volte, più sono complicati gli intrecci genetici e più sono fisicamente fragili. Il cane di razza ha sostituito, in alcuni casi, l’automobile di razza. Costa meno di manutenzione e attira le simpatie altrui – o invidia? a questo punto non saprei dirlo. Devo essere sincera, mi piace questo ritorno di fiamma con i cani, ma sarei ben più felice di vedere a spasso trovatelli finalmente liberati dalle gabbie di un canile. L’amore per gli animali dovrebbe essere dettato dal rispetto verso l’essere che ci amerà incondizionatamente, non da quanto siamo stati bravi a spendere i nostri soldi per comprarci l’amore di un cane.


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