Magazine Maternità

Di concerti e di osservazioni antropologiche.

Da Mafalda1980 @mafalda1980
Ieri sono andata con la mia amica A. a Ferrara, al concerto dei Fun.
Sono rimasta incantata dal centro storico della città, dove non ero mai stata: ho fatto mea culpa, mi riprometto di tornarci al più presto per visitarlo a modino.
Il concerto è stato piacevole, anche se ne ho visto molto poco: le nanette come me non dovrebbero mai andare ad eventi in piazza, a meno che non ci sia munite di uno scalino Ikea!
Se mai tornassi al Ferrara sotto le stelle, converrà prenotare una camera con vista all'hotel Annunziata, che si affaccia proprio sul palco.
Non potendo vedere il cantante se non di sfuggita, mi sono guardata intorno, godendomi la musica e l'Orsa Maggiore proprio sopra di noi.
E ho notato una cosa.
Mi è venuta in mente questa foto che mi aveva colpito moltissimo: pochi anni di distanza, e il mondo è cambiato nel modo di fruire gli eventi.
Su dieci persone, sette sono rimaste un'ora e mezza con le braccia per aria, a fare di continuo foto e video col cellulare.
Uno si era portato persino l'Ipad.
Ora, io mi reputo piuttosto tech-addicted, ma a questi livelli proprio no.
Hai fatto una, due dieci foto, sono tutte uguali tra loro e sul web si trovano centinaia, migliaia di foto tutte uguali: allora perché perdersi il momento emozionante che un concerto regala per rimanere concentrati su uno schermo di 10x4cm? Tanto valeva starsene sul divano a guardarlo in streaming sul tablet, no?
E' una cosa che non comprendo, ma forse perché sono ormai anziana per andare ai concerti.

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