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Di grazia e di bestemmia

Da Fabry2010

Di grazia e di bestemmia

Aveva ucciso Ranuccio Tomassoni, lo incalzava una condanna alla decapitazione, confidava nel cavalierato, che gli avrebbe garantito l’immunità auspicata. Ma a Malta fu bollato come membro putridum et fetidum, per quale motivo non si sa, con precisione: si ipotizza un’offesa a un cavaliere, un’aggressione fisica, oppure la notizia del crimine su cui pendeva la pena capitale. Eppure non si era risparmiato: la croce bianca è un miracolo, un tessuto perfetto nella trama e nel gioco delle luci e delle ombre. Forse, in quel segno, aveva intravisto la salvezza, il miraggio sbilenco di una redenzione di colori e pigmenti, una miscela dirompente di grazia e di bestemmia.



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