Quando abbiamo deciso di aprire il nostro blog, un paio di mesi fa, mi ero ripromesso di non parlare di politica politicante. Ho tenuto fede al proposito, fino ad oggi, finché non si è iniziato a rumoreggiare insistentemente di una lista civica, che, nelle prossime elezioni, dovrebbe affiancare il pd e metterlo al riparo dal fenomeno Grillo e dalla disaffezione (quando non vera e propria insofferenza) del popolo del centrosinistra.
Ho iniziato ad interessarmi veramente alla politica con la nascita del pd, avevo solo 17 anni e l’ingenuità necessaria per credere fino in fondo ad un progetto come quello.
Con qualche alto e molti bassi, il pd è arrivato a resistere al crollo (presunto) della seconda repubblica, e ad essere il primo partito italiano.
Ma la lista civica nazionale, no. Sarebbe l’ammissione del fallimento.
Lo ricordo bene, “il pd non è la fusione a freddo di ds e margherita, ma un’apertura alla società civile, ai giovani”… la stessa società civile che oggi quei dirigenti vogliono candidare, ma a parte, quasi a marcare la distanza da loro.
Il progetto, peraltro, non mi pare opera di un fine statista, quanto di un mediocre politicante: se il problema è la “antipolitica”, quindi l’allontanamento degli elettori, la risposta più logica dovrebbe essere una forte apertura alla società civile, con primarie per la premiership e le candidature, e non la creazione di un altro recinto, separato ovviamente.
Insomma, la strategia è sempre la stessa: la “nomenklatura” fa finta di lasciare spazio, simula un rinnovamento, noi allocchi ci facciamo fregare da qualche promessa che sarà puntualmente disattesa, e tutto resterà esattamente come prima, alla faccia di rottamatori, grillini ed astensionismo!
Ma non è detto che il trucco riesca ancora, non ho più 17 anni, e qualche faccia pulita, uno scrittore candidato qua e là, non bastano più.
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