che poi in Calabria non abbiamo altro che mare e sogni e un filosofomatematico morto da qualche lustro
che non potresti neanche ricordare il nome dell’ultimo luogo arido che hai visto
che la gente sorride e urla e ti sembra di essere in un paese del secondo dopoguerra, immobile nei suoi pregiudizi, nelle sue scale sociali più o meno relative
che il sapore del mare resta sulla pelle e non va via.