Il mare è un’entità a cui ben pochi riescono a far fronte.
La maggior parte delle volte l’uomo tende ad averne timore, un pavor antico che lo conduce all’allontanamento immediato oppure a un approccio fanciullesco, dove il pensiero principale è quello di “non andare oltre il bagnarsi le ginocchia”. Alcuni lo sfidano, con imprese che racconta la storia della nostra umanità, spesso finendo soverchiati dal peso del loro stesso ego, messo a confronto con una delle forze della natura più colossali e imprevedibili che coesistono – per modo di dire- con noi.
Una piccola minoranza invece entra in sintonia con esso, si lascia trasportare dai suoi flutti navigandoli, fa si che quanto di mortale si annidi in ogni onda infranta sia parte integrante del viaggio che si sta affrontando, con un atteggiamento che ricorda molto gli antichi maestri di spada giapponesi: “Siamo già morti, non dobbiamo avere paura”.
Questi pochi, sono anche coloro che riescono a empatizzare con i flutti, portando loro rispetto e comprensione, lasciando che la sincerità guidi la loro mano e dunque il loro vascello.
Joseph Conrad era ben conscio di molti, se non tutti, di questi aspetti e fu un appassionato navigatore, un avventuriero che ebbe la fortuna – in tempi di dignità, onore e rispetto per l’arte della navigazione- di capitanare alcuni grandi bastimenti, dopo aver fatto della “vita di mare” un principio stesso di esistenza.
A riportarci una porzione del suo affetto per la navigazione, i suoi uomini, le sue storie e il suo gergo arriva in questi giorni un libro delizioso nel suo formato e nel suo aspetto, un piccolo diario di bordo da leggere avidamente e custodire per riaprirlo ogni volta che l’anima si fa inquieta: “DI MARE UOMINI E VELE. Memorie e impressioni” edito dalla Piano B Edizioni.
Piccoli saggi misti a racconti, dove anche le parti più “divulgative” assumono il ruolo del narrato, del tradotto per i “terricoli”, del trasmesso a loro uso e consumo. Spesso con qualche spruzzata di acida ironia nei confronti di chi vuol parlare di navigazione e flutti, ma ne sa ben poco (quelli, per dirla come un pilota costiero, vecchia conoscenza dello scrittore, che “gettano le ancore” invece di dar loro fondo).
I venti che dominano il viaggio, la terra che incaglia come un artiglio, gli uomini, le rotte, gli sguardi persi nella distesa oceanica alla ricerca della terra o gli isolamenti dei capitani appena lasciata la costa, ogni cosa assume nel racconto di Conrad, un’epicità senza eguali, un’innata propensione allo sporgersi verso un abisso placido, oscuro, come l’animo umano.
Queste memorie e impressioni, come recita il sottotitolo, sono un’inebriante presa di coscienza dell’arte di comprendere i gesti della navigazione e della contemplazione della massa acquosa.
Una dichiarazione d’amore per una vita che si è in parte spesa sulle navi ma con animo sincero in quell’incontro benevolo tra la piccolezza umana e la maestosità della natura.
Una lettura sublime.
di Novello Lolli
DI MARE UOMINI E VELE
Autore: Joseph Conrad
Piano B Edizioni- pp.gg. 127- euro 11- 2013
Buona scelta
IBD
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