Sono sul treno mentre vi scrivo. Dove sto andando? Inizio una nuova avventura. Una piccola, poco distante, tutta italiana. Che roba piatta, penserete. Altro che Sydney, Bondi Beach, spiagge australiane e sogni esotici. Rimango qui, nel mio paese. Che c’è di eccitante direte voi? Per voi forse nulla, io invece mi sento di aver compiuto un miracolo. Anzi una magia. Ho scelto come soprannome La Maga di Oz, ma in effetti, in questi tre anni posso dire di averlo compiuto solo adesso il mio primo incantesimo.
Ho creduto in me stessa.
In questi ultime settimane ne ho sentite di tutti i tipi. Ho sentito gente dirmi che i buoni propositi per l’anno nuovo non servono, che poi dal 2 gennaio uno se li dimentica. Ho sentito dire che non serve e nulla lottare, perchè nulla cambia e tutto resta uguale. Ho sentito coetanei dirmi che tutto è inutile, che ormai è finita, che il tempo dei sogni è concluso e quello degli incubi è appena cominciato.
Ne ho sentite tante. Frasi che suonano la stessa musica, note malinconiche, pessimiste, note strozzate, note che nascondono lacrime che sgorgano solo di notte, quando nessuno vede.
Ho passato un 2011 strano, per tanti versi. Tanti momenti di sconforto, tanti momenti in cui mi sono chiesta se ne è valsa la pena davvero rimanere, se il mio ritorno non fosse stato inutile.
Ho passato un 2011 unico in un certo senso, alle prese con una realtà che non avevo mai sperimentato sulla mia pelle, alle prese con problemi famigliari che non avevo mai avuto, alle prese con mancanze e sacrifici che io nemmeno conoscevo. Le ho superate alla fine. E nulla è stato vano.
Oggi sono su questo treno e sono assolutamente convinta di una cosa: ho fatto proprio bene a tornarmene dall’Australia.
Andare a Sydney è stata la scelta più pazza della mia vita. Quella di tornare nel mio paese, la più saggia. Senza la prima non ci sarebbe stata la seconda e io molto probabilmente non sarei su questo treno oggi.Oggi sono su questo treno grazie all’esperienza e al lavoro che ho svolto in Australia.
Come dice spesso mio padre e mi sottolinea quasi tutti i giorni mia madre, nulla avviene per caso e qualsiasi esperienza, anche quella che reputiamo più banale o inutile, viene utile nella vita quando meno te l’aspetti.
L’Australia mi è servita per realizzare il mio sogno, qui in Italia. Lo avreste mai detto? Io no.
E invece è così.
Il 2011 è stato per me l’anno di transizione, l’anno della sofferenza, l’anno delle aspettative, l’anno della cintura stretta, dell’amaro in bocca, del magone alla gola e della bile nera. Non si è evinto abbastanza dai miei post forse, perchè ho sempre cercato in qualche modo di essere positiva.
Il 2011 è stato l’anno in cui ho messo in discussione davvero me stessa, ogni giorno. Non l’avevo mai fatto prima, né in Australia né ancora prima in Italia. Ho dovuto aspettare tanto.
E’ stato l’anno della ricerca vera, del riscatto che da tanto tempo aspetto. E alla fine è arrivato.
Quelle note malinconiche che tutti adesso suonano, le ho suonate anch’io, ma dentro non ho mai smesso davvero di lottare. Covavo rabbia perchè volevo cambiare la mia condizione, ho lottato silenziosamente, tutti i giorni. E alla fine ce l’ho fatta.
Oggi parto per la mia nuova avventura tutta italiana, che ancora una volta mi porta fuori dal mio paesello ligure, ma non tanto lontano. Mi porta vicino al mio amore e al mio nuovo lavoro. Un lavoro che sognavo e che speravo un giorno, chissà quando, di riuscire ad ottenere. Ce l’ho fatta, ci ho creduto, ho lottato e non mi sono fatta contagiare l’animo da quelle note malinconiche. Me lo sono fatta contagiare da mio padre, con cui ho tanto discusso in questo tremndo 2011 ma da cui ho imparato davvero tanto.
Mai mollare, mai disperarsi perchè è nei momenti più bui che la luce si manifesta all’improvviso. Io pensavo non arrivasse più e invece si è palesata a metà dicembre. Una telefonata che mi ha cambiato la vita. Non vi annoio con i particolari, vi basti pensare che ho realizzato quello che sognavo. I miracoli avvengono. Avvengono perchè, come dice mia madre, siamo noi il nostro miracolo.
Oggi ho preso il treno, carica di valigie e di sogni. Un nuovo anno, in tutti i sensi, inizia per me.
Sono salita con il magone e gli occhi lucidi, pensando a quello che mi aspetta. Mia madre mi ha salutato prima di salire a bordo. Non sono riuscita a scorgere il suo sguardo per non farle vedere il mio, ma penso che anche lei avesse il mio stesso nodo in gola. Che poi ci fa dell’ironia, perchè mi dice che dopo Sydney ormai è vaccinata per le mie partenze. Ma io ci credo poco.
Mi sono seduta vicino a due signore che sarebbero scese poco dopo. Non ero certa del treno e così ho chiesto di nuovo se la destinazione era quella che pensavo io. Mi hanno risposto di sì, aggiungendo : “Ah, va nella grande metropoli?”. E io ho annuito, nascondendo un sorriso.
Vado in una grande metropoli, lascio di nuovo il mio paesello, come feci tre anni fa, alla volta di una grande città. Il destino si ripete, ma questa volta è qui, nel mio paese, nella mia terra.
Quindi, non fatevi convincere da chi vi dice di non avere buoni propositi, perchè sono quelli che vi fanno aspirare a migliorarvi, non ascoltate sempre le solite note malinconiche, tendete l’orecchio anche a quelle più allegre che vi fanno sentire vivi, che vi fanno dire che se ce l’hanno fatta loro, poterte farcela anche voi. Ce l’ho fatta io, che non sono nessuno.
Buona vita a tutti