Dì salve a Juno

Creato il 11 dicembre 2013 da Media Inaf

L'intero pianeta ha detto "Hi" (ciao) alla sonda della NASA in viaggio verso Giove, dove arriverà solo nel 2016. È la prima volta che dei radioamatori hanno inviato un messaggio in codice Morse a una navicella interplanetaria. Un modo per verificare se è possibile comunicare la presenza di vita intelligente sulla Terra ad una sonda extraplanetaria

di Eleonora Ferroni

Migliaia di radioamatori in tutto il mondo hanno detto “ciao” alla sonda della NASA Juno lo scorso 9 ottobre, durante il suo passaggio ravvicinato alla Terra. Juno ha ricevuto dalla Terra il colpo di frusta necessario per raggiungere nel 2016 il pianeta Giove e studiare, tra le altre cose, la sua magnetosfera e i fenomeni aurorali a essa correlati. ”Juno’s radio & plasma wave experiment”, chiamato semplicemente “wave”, è stato in grado di rilevare il segnale in codice Morse.

La NASA ha organizzato in grande stile questa inedita forma di saluto invitando i radioamatori di tutto il mondo a predisporre tutto il necessario per sintonizzare i loro ricetrasmettitori nella banda dei 10 metri, i 28 MHz. Nel momento di massima vicinanza, il comitato di saluto ha formato le due lettere H e I del codice Morse seguendo un rituale particolare.

Juno non ha risposto al saluto e, dicono gli esperti, non ha neanche decodificato il messaggio. Dopo che i messaggi degli operatori radioamatori sono stati inviati, però, la squadra di Juno presso i laboratori del Jpl di Pasadena ha valutato i dati dello strumento Wave contenenti i messaggi. Il messaggio era visibile già prima del flyby, quando la sonda era ancora oltre i 37 mila chilometri dalla Terra.

Secondo Bill Kurth, ricercatore principale per lo strumento Wave presso la University of Iowa ”questa è stata la prima volta che delle informazioni intelligenti sono state trasmesse ad uno strumento spazio interplanetario di passaggio”. “Questo è stato un modo per coinvolgere un gran numero di persone, anche per aumentare l’interesse verso la missione. Molti saranno motivati ​​a seguire la missione Juno anche quando arriverà su Giove”.

“Abbiamo voluto verificare se si può comunicare la presenza di vita intelligente sulla Terra a una sonda interplanetaria”, ha detto Kurth. Adesso sappiamo che è possibile. Sebbene le missioni spaziali precedenti – come Galileo verso Giove e Cassini verso Saturno – siano state in grado di rilevare le trasmissioni radio ad onde corte durante il loro incontro con la Terra, non è stato possibile decodificare informazioni intelligenti utilizzando i dati provenienti da quelle sonde.

Il progetto “Say Hi” è stato reso possibile dal fatto che Juno è passato a 350 miglia dalla superficie terrestre lo scorso 9 ottobre. Il progetto della missione prevede che Juno orbiti 33 volte attorno a Giove. La sonda esplorerà luci del nord e del sud volando direttamente attraverso i sistemi di corrente elettrica che li generano.

Per saperne di più:

Vai al sito del progetto Say Hi to Juno

Fonte: Media INAF | Scritto da Eleonora Ferroni



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