Di tutte le ricchezze di Stefano Benni è un viaggio onirico quanto reale. Studiando le opinioni sul web mi sono resa conto che non tutti hanno apprezzato il romanzo, come invece spesso accade ai “big” della letteratura. Personalmente mi è piaciuto molto, forse perché mi ha ricordato una persona, o semplicemente me stessa qualche anno fa.
Martin è il professore, anzi lo stereotipo del professore:
Sono vicino ai settant’anni, età venerabile quando non è sordida, e vivo solo in una casa sull’Appennino, solitaria ma non troppo, vicino a un piccolo paese dotato di vari bedenbrecfast, e con maggior chilometraggio a una cittadina di ventunmila abitanti dotata di tre sterminati supermarket outlet spendodromi, in grado di contenere l’intera popolazione. La mia abitazione è un casolare ricoperto da un arazzo di edere e glicini, in cima a un poggiolo.
Il professore è esperto di quel Catena, noto poeta pare morto suicida in manicomio, noto a Benni ma non al lettore che lo potrà scoprire e apprezzare assieme alla storia principale del romanzo.
Il professore vive come un eremita, ha un figlio dall’altra parte del mondo, un grosso rimpianto, l’unico vero amore, e rischia di morire soffocato dai ricordi e dalla pesante solitudine. Fino a che la casa accanto non trova nuovi inquilini, la coppia, lui e lei, senza tante cerimonie lo centrifugano, uno nel mondo che da tempo ha deciso di abbandonare, l’altra nel passato.
Principale protagonista del romanzo la vecchiaia, quella che ti fa sentire un po’ fuori dal mondo, che ti fa storcere il naso, a volte brontola, altre sorride malinconica perché prigioniera di ricordi lontani. La vecchiaia che si rende conto di voler ancora amare la giovinezza, ma non se lo permette, consapevole dell’incompatibilità dei ruoli.
Martin vive solo con un cane, scrive e studia, ama, non ricambiato, affoga nei ricordi, alcuni meravigliosi altri lo portano alle lacrime.
Conosco un uomo molto simile a Martin, per cultura e scelte, colto da far fastidio, saccente senza vergogna, ha deciso di isolarsi dal mondo non sull’Appennino ma ai piedi delle Alpi, vive con un gatto grande quanto un cane.
Lei alla fine va per la sua strada, io me ne sono andata per paura di arenarmi dentro ai suoi ricordi.
– Sono persone chiuse, ripeto. È un posto strano, pieno di piccoli o grandi segreti.
– Come quello del Catena – dice lui con un balzo di interesse, e si sistema sulla sedia. Lei va in cucina, lui si avvicina al professore con sguardo febbrile.
– Lei sa tutto di lui, vero? È vero che dipingeva anche quadri?
– Nei suoi versi lo afferma. Ma non ne è mai stato trovato uno, il manicomio fu smantellato due anni dopo il suo suicidio. Forse disegnava strani segni, geroglifici misteriosi sulle pareti.
– Bisogna soffrire per creare, dicono. Lei è d’accordo, professore?
– Assolutamente no.
Sono i romanzi a sceglierti, ne sono sempre più convinta.
Titolo: Di tutte le ricchezze
Autore: Stefano Benni
Editore: Feltrinelli
Anno: 2012
Prezzo: 12,00 Euro – eBook 7,99 Euro