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Di un (fu) “triangolo del tè” a Roma, e di un suo vertice in particolare

Da Lasere

20 nov 2011 @ 21:26

Sale da tè e botteghe in Italia, tè bianco, tè profumato

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Durante il mio penultimo soggiorno romano, io “casa” ce l’avevo in via di Monserrato, a due passi da Campo de’ Fiori, in un palazzo di cui ricordo soprattutto il severo scalone seicentesco e la finestra della camera che dava su un cortile antico, con delle palme altissime e edera e rampicanti e liane e foresta, e sopra c’era il cielo di Roma, con i gabbiani e tutto, da guardarlo forte all’imbrunire.

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Son cose belle da vivere e da ricordare, e in effetti le ricordai tutte intere di là, a suo tempo e a suo modo, in quello che prima era l’”ingresso principale” e ora invece ala dismessa della casa, nonostante ci sia dentro tanta più mestessa di quanta ce ne sia qui, senza dubbio… Sì però uffa, non divaghiamo suvvia!

Di quella casaperunpo’ mi piacevano un sacco di cose: il Tevere vicino, per esempio, che voi di certo non ci crederete ma attraversandolo in una mattina dicembrina di pioggerella sottile, all’altezza di Ponte Sisto, a esser fortunati poteva anche capitare di ritrovarsi d’un tratto nel bel mezzo di Trastevere! Ed era una cosa, questa, talmente emozionante da parermi una magia… Ma ho ragione di credere che tale incanto si verifichi anche col sole: provate: dovrebbe bastare porsi alla metà esatta del ponte, strizzar gli occhi due volte, arricciare il naso e infine giravoltare su sé stessi! ;-)

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Pezzettini della Russian Tea Room come non la vedrete mai più, dato che nel frattempo ha chiuso i battenti. … Che voi potreste anche domandarmi “che diamine ce la fai vedere a fare, allora?”. Eeeh, che antipatici: son sentimentale, io! Ci ho una nostalgia intrinseca incrollabile per qualsiasi cosa passata, se permettete ;-p

Mi entusiasmava poi fin troppo il suo trovarsi al limitare di un “triangolo del tè” i cui vertici erano i seguenti: quel posticino stracolmo di colore che è BiblioTèq, in via De’ Banchi Vecchi; la compianta Russian Tea Room, a pochi metri da Piazza Navona, di cui ahinoi si son perse definitivamente le tracce (era una sorta di bomboniera, piccina picciò, in bianco e blu e oro; ci bevvi una miscela di tè neri dalle note agrumate – se non ricordo male servivano tè Kusmi – accompagnata da dei blinis dolci con marmellata d’arance e cioccolato fondente fuso); e, ultima ma non ultima, la bottega Tè e Teiere di via del Pellegrino, che sarà la protagonista di questa nostra chiacchierata odierna.

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Esterno della bottega “Tè e Teiere” (Via del Pellegrino, 85 – Roma)
- tutte le foto sono tratte dalla pagina Facebook del negozio -

La bottega “Tè e Teiere”, gestita da Alessandra Celi, è uno scrigno di lusinghe; di quei posti che io, per star tranquilla e non cadere recidiva in tentazione, ci dovrei passare accanto come minimo bendata: la piccola vetrina è una calamita potentissima, e varcare la soglia un arrendersi inevitabile.

I grandi barattoli rossi contenenti le foglie di tè stanno laggiù, dipingono la parete posta in fondo ad uno snello sentiero bordato di tazze, teiere ed ogni sorta di accessorio possa ispirarci nel comporre al meglio il nostro personale “rito del tè”, in un succedersi di suggestioni esotiche e multiculturali: variopinte porcellane “all’occidentale” si mostrano accanto a pezzi orientali di grande fascino e raffinatezza, dalle teierine cinesi in argilla Yixing a quelle in massiccia ghisa dal Giappone, dal più materico stile wabi-sabi a linee e superfici eteree e minimali, fino a veri e propri oggetti di design; qua e là spuntano poi vassoi di ogni foggia, giocosi tea-cosy, fantasiose scatole di latta, libri a tema difficilmente reperibili altrove… Il buon gusto di Alessandra nello scegliere cosa esporre in negozio è lampante: date un’occhiata agli album fotografici sulla sua pagina Facebook per farvi un’idea della varietà e ricercatezza delle sue proposte.

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Uno sguardo su parte dell’assortimento di teiere ed accessori

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Veniamo poi alla cosa più importante: la carta dei tè. L’assortimento proposto da “Tè e Teiere” è senz’altro interessante e pronto a soddisfare le richieste più disparate, dalle immancabili miscele aromatizzate ai tè più rari e pregiati, tra cui fa bella mostra di sé una selezione di tè puerh particolarmente nutrita e allettante agli occhi della sottoscritta, nonché ben chiara nell’informarci adeguatamente circa l’anno e il tipo di lavorazione – sheng o shu – delle foglie.

I frequenti nuovi arrivi, poi, sintomo dell’entusiastica volontà di esplorazione e crescita di Alessandra, garantiscono non solo la freschezza di ciò che acquisteremo, ma anche un continuo rinnovarsi degli “inviti alla scoperta”: come questo commovente verdolino dall’Anhui, o quest’altro puerh sheng da piante centenarie, giusto per portarvi due esempi tra i più recenti.
(oh tu Lettore che non hai un profilo Facebook e che dunque non potrai goderti le foto dei tè testé linkati: mi spiace molto, credimi, ma temo ti toccherà lavorare d’immaginazione :-))

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Qualche scaffale della cosiddetta “credenza delle meraviglie”: tutto ciò che serve per accompagnare un five o’clock tea degno di questo nome: marmellate, biscotti e prelibatezze assortite.

Il consiglio è ovviamente quello di passare a trovare Alessandra non appena ve ne capiterà l’occasione (e già che siete lì, affacciatevi alla vicina “Libreria del Viaggiatore”, al numero 78: un piccolo angolo bello di pagine vagabonde); ma se detta occasione dovesse tardare a presentarsi, vi segnalo un possibile escamotage: “Tè e Teiere” offre anche un servizio di ordini a distanza, di cui mi faccio garante in prima persona avendone da poco approfittato con soddisfazione ;-) Vi basterà scrivere un’email a [email protected] richiedendo la carta dei tè aggiornata – volendo scaricabile anche dal sito -, scegliere i tè che preferite e le quantità che vi necessitano, poi inoltrare il tutto ad Alessandra per accordarvi sui dettagli.

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Ammetto che il mio recente ordine si è rivelato uno tra gli acquisti più entusiasmanti degli ultimi tempi, talmente tanto da invogliarmi a scrivervene al più presto: decisamente eclettico (ma questo è tutto merito mio, modestamente!), quanto appagante dal punto di vista della qualità.
Fermo restando che alcuni tè che ne facevano parte si meriteranno di esser raccontati con più agio in un post a parte, sappiate che nel mio pantagruelico pacchetto convivevano felicemente biscotti allo zenzero a forma di omino e il più prezioso tra tutti i tè gialli, una miscela di tè nero “pera e cioccolato” e foglie di oolong Da Hong Pao, nidini di puerh sheng del 2001 e un oolong “limone e basilico”, burrosi shortbread scozzesi e un inconsueto tè verde che di nome fa Xin Xian… E qui mi giunge in soccorso quella misericordiosa frase di Walt Whitman che dice «Do I contradict myself? / Very well then I contradict myself. / I am large, I contain multitudes»: ecco, io pure, guarda, preciso identico! ;-)

Sito del negozio: www.teeteiere.it
Pagina Facebook: www.facebook.com/pages/Tè-e-teiere
Indirizzo email per eventuali ordini a distanza: [email protected]
I tè selezionati da “Tè e Teiere” si possono inoltre degustare in alcuni locali di Roma, tra cui: il bistrot Cafè Cafè; il BrasCafè presso il Museo di Roma di Palazzo Braschi; e, tra pochi giorni, anche in due nuove sale da tè presso i CafèFriends di Piazza Fiume e Piazza Trilussa (l’evento su Facebook, previsto rispettivamente per il 29 e 30 novembre).

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Vi saluto offrendovi un tè d’inconsueta graziosità (ultimo ma non ultimo abitatore del suddetto pacchettino), che spero renderà più sopportabile la macabra visione dell’omino zenzerino decapitato: un tè bianco profumato per contatto con petali di rosa (alla maniera del più tradizionale tè al gelsomino), chiamato Mei Gui Da Bai, dove “mei gui” (玫瑰) sta per “rosa” e “da bai” (大白) per “big white”, nome di un cultivar* dai grandi e polposi germogli, noto soprattutto per essere impiegato nella produzione del tè bianco Yin Zhen.

L’aroma è leggiadro, sognante e taaanto romantico, come un passeggiare smemorato tra i cespugli di un roseto antico: sembra davvero di aver petali di rosa sparsi tutt’intorno. L’abbinamento col pizzichino/limonino dello zenzero mi risulta piacevolmente folleggiante, perciò assai gradito: è una combinazione che mi accompagna sovente sotto al piumone, in queste sere, con la delicatezza tenera di un bacio che sfiora appena la fronte. Ne sto bevendo anche adesso una seconda infusione, appagante al pari della prima, e affido all’ultimo sorso la buonanotte per chi leggerà stasera :-)


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