Di vecchietti, pellegrini e teologi. Verso Gerusalemme

Creato il 16 aprile 2013 da Luciusday
Mai abituarsi a qualcosa, è l'avvertimento principe da cui ognuno di noi dovrebbe partire. Già, perché se cominci a prendere gusto a viaggiare e visitare posti nuovi, hai sempre più voglia di non volerti fermare e continuare, per così dire, a cavalcare la cresta dell'onda. E così dopo Mainz, con ancora Valencia e le sue fallas che mi si paravano davanti, capita che una sera di gennaio tu stia chattando su Skype con tua madre e che lei e ti proponga di andare a Gerusalemme una settimana. Bene, ma sì, pensi entuasiasta, benissimo, si va in Terra Santa, continuiamo a non rimanere a Roma per tre settimane consecutive, che sennò sbrocchi. Salvo poi scoprire (cosa che in verità era scontata, ma che io di primo acchitto non avevo afferrato, accecato dall'entusiasmo) che non era solo un viaggio, ma un viaggio culturale; che non era solo un viaggio culturale, ma un viaggio di pellegrinaggio; che non era solo viaggio di pellegrinaggio, ma un viaggio di pellegrinaggio parrocchiale. Tipo, a messa tutti i giorni (due dei quali alle cinque e mezza di mattina); e già là comincia a prenderti a male. Ti ritrovi quindi un lunedì pomeriggio nella tua parrocchia a discutere delle tappe, delle mete e dei ritmi che il viaggio dovrà prendere, sotto la guida di un prete e di una biblista russa. Ti guardi intorno: più o meno 60 persone, età media 60 anni (per gamba). Acconto già pagato, alea iacta est. L'unico diversivo durante la riunione d'informazione è stata una signora anziana svizzera, già prof.ssa di teologia a Lugano, con cui mi sono messo a chiacchierare prima in italiano e, quando le ho detto che conoscevo tali lingue, in tedesco e poi in spagnolo, con mia madre in mezzo che intanto non si capacitava.
Durante gli ultimi viaggi che ho fatto una delle due situazioni seguenti ricorreva costantemente: camminare a quattro zampe ubriaco o cantare canzoni spagnole. Ebbene, qui probabilmente non succederà nessuna delle due cose. Da domenica, per una settimana, volente o nolente, si torna ad essere più o meno seri, più o meno rispettosi, più o meno fiduciosi. Si va a scoprire luoghi e città millenari, carichi di simboli e colmi di tensioni religiose e politiche. Si viaggia per conoscere persone e posti che, dicono, ti impressioneranno e cambieranno il tuo modo di vedere le cose, a prescindere dal fatto che tu sia credente o meno. Si spazia per attraversare località, deserti, mari, fiumi, laghi di cui hai sempre letto il nome nero su bianco, ma che mai hai toccato con mano. In poche parole, si parte per Gerusalemme.
Pulchra vobis;)
LuciusDay

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