Questi 4000 chilometri e passa sono stati affrontati con lo spirito del vagabondo che utilizza il treno per riappropriarsi della vera identità del viaggio: quella che si sbottona, lasciando perdere “la sindrome dei chilometri”. Mi spiegate il senso di affacciarsi a Sharm o a New York, senza aver spalancato la finestra nei luoghi che ci circondano? Magari quelli che viviamo distrattamente, di passaggio, rinunciando “al tempo del viaggio”, che non è quello del turista “con la panza al sole”. E’ quello “slow”, il vagabondaggio spensierato alla scoperta dell’invisibile. Nel mio immaginario il treno è da sempre il mezzo di trasporto per acciuffare i dettagli dei luoghi. Penso alle linee secondarie della Lombardia, a quei trenini locali che si fermavano in ogni stazione, dilatando persino gli spazi delle piccole distanze e diluendo la frenesia di viaggiare ad alta velocità. Il sussulto per la scoperta non era soltanto nella meta scelta – dalle vette della Valcamonica e della Valtellina alle coste degli splendidi laghi; da città d’arte come Mantova a paesotti pittoreschi come Chiavenna – ma nel viaggio in treno, negli incontri casuali: Antonio, capostazione in pensione, che mi ha raccontato di quando è finito su un set di un film con Claudia Cardinale, negli anni dell’Italietta in bianco e nero del boom economico; il signore che mi ha regalato una lezione culinaria sui pizzoccheri valtellinesi; Lilia, Paolo e i loro genitori, raccolti nello spirito di un bellissimo focolare familiare; Marco, il ragazzino sulla sedia a rotelle, che sognava di fare il pilota; il giovane algerino che aveva lasciato nella sua terra natia il sogno di potersi realizzare in patria; Tamara, la chiavennasca riccioluta, nel cui sguardo si intravedeva la semplicità delle sue valli; il capotreno veneto, sposata con un casertano, che con tono appassionato mi ha trasmesso l’entusiasmo per un lavoro che negli ultimi anni coinvolge sempre più donne. Con loro e con tanti altri ho condiviso questi spostamenti perchè dopotutto sono stati luoghi e persone, vissute da un treno, a suggerirmi nuove storie, quelle di “casa mia”. Storie che forse non si incroceranno mai, proprio come i binari del treno, che da bambino mi fecero sognare di guardare oltre i luoghi dove stavo crescendo.
Periodo: 29/05 – 31/07/2011
Chilometri in treno: 4.300
Giorni effettivi in viaggio: 15
Linee ferroviare percorse: Milano-Verona; Milano-Mantova; Milano-Piacenza; Milano-Varese; Milano-Luino; Milano-Chiasso; Milano-Tirano; Milano-Bergamo; Bergamo-Brescia; Brescia-Edolo; Cremona-Brescia; Milano-Pavia; Milano-Mortara.
Destinazioni: Rovato, Ospitaletto, Brescia, Desenzano del Garda, Peschiera del Garda, Iseo, Marone, Pisogne, Boario Terme, Edolo, Sondrio, Tirano, Chiavenna, Morbegno, Colico, Varenna-Esino, Lecco, Lodi, Codogno, Mantova, Cremona, Pavia, Vigevano, Luino, Laveno, Varese.
Con la bicicletta (biglietto extra 24h €3): Mantova (bis), Cremona (bis), Piacenza, Chiasso (CH), Como, Bergamo, Brescia (bis), Desenzano del Garda (bis).