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Diario dei residenti intorno al centro “social” lambretta

Creato il 15 giugno 2014 da Claudiober

Due residenti in viale Romagna a Milano da oggi tengono un diario sul degrado e la invibilità del quartiere, occupato da un gruppo di veri e propri “squadristi” , i fighetti bene del centro sociale Lambretta che impediscono a chi ci vive e ha famiglia una vita normale.

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 Dal diario di Angelo: “oggi abbiamo fatto sparire gli striscioni del lambretta che avevano messo in piazza Ferravilla e v.le Romagna ,e messo un cartello al loro posto.  Poi però ha piovuto e  il concertone lo hanno spostato allo Zam.  Roba da criminali.  Ma per lo meno la gente di p-zza Ferravilla dormirà”.

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 Dal diario di Gabriella: “ il concerto non l’hanno più fatto qui in piazza, in compenso hanno per tutto il pomeriggio tenuto la musica da discoteca ad un volume talmente alto che si sentiva persino a finestre chiuse e sigillate, sembrava di avere lo stereo a palla dentro casa!!  C’è solo da sperare che li buttino fuori presto perché ormai le loro manovre sono solo finalizzate a disturbare arbitrariamente chi li vuole mandare via.
Poi,a sera, abbiamo potuto dormire. Quelli del Lambretta hanno spostato il concerto alla sede dello ZAM per  previsione pioggia, quindi noi qui in realtà questo sabato c’è la schiviamo, ma non oso pensare nella zona dello ZAM con due  se non più centri sociali radunati insieme con musica dal vivo all’interno di quello stabile fatiscente …
Per noi residenti  le  giornate saranno sempre le stesse……. Io che mi chiudo in casa e spesso quando esco mi fanno il verso urlando il mio nome con frasi che  sinceramente non capisco, ma sono i soliti 2 o 3 perché sento che gli altri li zittiscono….

Giovedì  sera hanno inneggiato il NO ALLO SGOMBERO fino alle 2 di notte e oltre, e spesso urlavano il mio nome… La mia migliore arma è uscire sorridendo e ignorarli come se non esistessero… Però diciamo che  in linea di massima la mia  routine è questa…

Ieri hanno  dimesso il mio bambino dopo una settimana di ospedale ma la notte io la facevo a casa perchà in ospedale rimaneva mia mamma, e per tutta la settimana urla e inni fino alle 3 del mattino…”.

(continua…)

 


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