Mi è venuto a trovare Domenico, un amico, appassionato di cavalli, ha anche dei pony, inoltre è un calzolaio ed allestisce banchetti con armi ed armature medievali un po' in giro per l'Italia.
Quello che sa fare meglio è parlare, non so dove peschi tutto quello che sa, è un pozzo senza fondo di notizie strane.
Sono stata una volta con lui, io presentavo il mio romanzo, Diana da Ghibullo, lui le sue armature in un cinquecentenario di una battaglia famosa, il pubblico era formato da docenti universitari e professori delle medie inferiori e superiori, ebbene Domenico li ha incantati, le sue parole cadevano come piombo in un silenzio ovattato.
Oggi abbiamo parlato di Mussolini, un topos in Romagna, amato ed odiato senza mezze misure, dei suoi viaggi con Claretta attraverso la Gola del Furlo.
Come lui arriva al ristorante in cima al Passo, sulla strada che collega Roma a Rimini, i romani per costruire questa via scavarono la roccia, la contadina della casa accanto correva a portargli le uova fresche, ne avrebbe avuto bisogno per la sua performance con Claretta.
Mussolini le sbatteva una contro l'altra e poi se le beveva d'un fiato, gettando via i gusci, il ristoratore li raccoglieva e li metteva dentro un vaso di vetro, che usava come lampadario, tutti dovevano vedere che il Duce era stato lì e lì aveva ingollato le uova romagnole che erano speciali per tirarsi su.
Se passate dalla Gola del Furlo potete vedere ancora oggi il vaso coi gusci del "duce", se poi salite appena un po' sul colle dietro al risorante troverete un ritratto di Mussolini impresso sulla roccia, la damnatio memoriae non è passata di qui.
immagine di Teoderica