Bologna Children's Book Fair.
Altro evento, altra levataccia. Questa volta si va a Bologna, alla Bologna Children’s Book Fair, per girare tra gli stand, ma soprattutto per video intervistare due autori Italiani, già noti nel panorama fantasy nostrano. Ma andiamo con ordine.
Ore 7:00 do il via agli stessi procedimenti di “restauro” e preparazione di cui ho già parlato nel resoconto della Vie en Rose. Questa volta, in più, devo controllare di avere la telecamera, le domande per entrambi gli autori e i pass da mostrare all’ingresso. Un regionale, un freccia rossa e un autobus di città dopo, sono all’ingresso della zona fieristica con la mia fidata amica/compagna di squadra e oggi in versione cameraman e fotografa (visti i deludenti risultati della VER ho deciso di lasciare questo potente strumento tecnologico a lei, quindi se le foto sono brutte, a questo giro, me ne lavo le mani!).
Giriamo qualche minuto, giusto per ambientarci. Proprio mentre penso di prendere il telefono per contattare gli autori, vedo un ragazzo che mi è familiare. Possibile sia proprio Tarenzi? Le foto spesso sono ingannevoli e poi l’avrò osservata per non più di qualche secondo, possibile che in tutta la fiera, tra tutti gli stand di tutto il mondo, becco proprio chi dovevo contattare? Troppo…. Fortunata per essere vero. Lo seguiamo tra la folla (cosa non facile, vi assicuro), lo perdiamo, lo ritroviamo, lo perdiamo di nuovo e infine lo becchiamo fermo allo stand Salani. Indizio che, va a confermare la mia tesi. Giusto per non passare per una pazza che avvicina sconosciuti, gioco l’idea geniale.
Lo chiamo, se risponde è lui. Digito il numero, tre squilli, risponde.Esordisco ridendo (non c’è male come presentazione!) perché la mia amica, in sottofondo continua a ripetere “non ci posso credere, è Lui, ha risposto”. Gli dico chi sono e gli chiedo se ci possiamo incontrare, mi dice di sì e io: “Per caso sei allo stand sella Salani?”
Lui: “Sì”Io: “Bene, ti vedo, mi sto avvicinando, sono la scema con il telefono”. Così ho conosciuto Luca Tarenzi, autore del libro che avrei recensito, “Quando il Diavolo ti accarezza” e al quale, molto seriamente avrei chiesto di autografare con dedica il tomo che mi andavo trascinando dalla mattina. Lo so, faccio della sobria professionalità il mio fiore all’occhiello. Nonostante le felici premesse (?) rimandiamo l’intervista a dopo pranzo, perché ha un impegno. Decido quindi di chiamare l’altro giovane autore che avrei dovuto incontrare.
“Francesco, ciao sono Vittoria, di Diario Di Pensieri Persi, sono in fiera, volevo sapere come sei messo. Se vuoi possiamo incontrarci anche adesso”.Lui, risponde che purtroppo al momento è occupato, la miglior soluzione è incontrarsi dopo pranzo prima del Fantasy Camp.Perfetto!Come sono riuscita a fare questo casino? Magari avessi il dono dell’ubiquità…Giriamo per la fiera con la speranza di un’illuminazione, ma ci distraiamo, perché intorno a noi ci sono così tanti bei libri.Lucidi, intonsi, alcuni freschi di stampa e presentati in anteprima. Il paradiso potrebbe essere così (magari con meno confusione). Mi fermo a salutare alcuni contatti di case editrici con cui collaboriamo. Ancora una volta mi sorprendo di non conoscere il volto di persone che sento via mail da mesi. Poi, attratta da un manifesto cartonato enorme, entro nello stand di un grosso editore italiano. Parlo con la responsabile che entusiasta si propone per una collaborazione e mi carica di libri da recensire. Alla fine mi chiede un biglietto da visita.Gelo.Vista la sobria professionalità di cui sopra, con un leggero rossore alle guance, le dico che sono momentaneamente sprovvista, così le lascio tutti i contatti sulla sua bella agendina. Lei, naturalmente ricambia con il suo biglietto. Prendo mentalmente nota di crearmi nel minor tempo possibile questi cartoncini 8,3x5,2 cm così indispensabili, e saluto.
Pranziamo al volo, incontrando Melissa Marr e la sua traduttrice, in fila alla cassa davanti a noi (solo in una fiera internazionale può succedere una cosa del genere. Ci credete, in fila al bar! Spero sinceramente di non incontrare nessuna autrice fantastica per andare alla toilette, sarebbe troppo strano). Saluto, ricordando che ci siamo incontrate due giorni prima, sempre a Bologna, all’evento mediato dalle Blogger Weirde e Camilla Morgan Davis, per la presentazione di Radiant shadow. Si sta facendo tardi, così corriamo al ritrovo davanti a Salani, mancano ancora 45 minuti al Fantasy Camp, ce la dovrei fare ad incontrare Francesco prima che inizi. Tarenzi arriva poco dopo, così creiamo l’atmosfera, montiamo il set (un tavolino con sedie) e, molto professionalmente, iniziamo a filmare la tanto attesa intervista.
Luca via mail, mi aveva detto che il problema non sarebbe stato farlo parlare, quanto farlo stare zitto. Che dire, una descrizione non così lontana dalla realtà. Dopo le prime domande mi rilasso e la cosa si regolarizza sul piano chiacchierata, visto che alle domande scritte che mi sono portata, ne aggiungo altre che mi vengono in mente ascoltandolo. Questo autore è un bravo affabulatore, sia con la parola scritta che con quella parlata, perché nonostante la velocità con cui spara le sue frasi, ti tiene incollata al racconto. Dopo una mezzora, sono rintronata ma felice. Mi faccio autografare, sempre molto seriamente e professionalmente, ci tengo a ricordarlo, il mio libro, e poi quello che la Salani ha molto gentilmente donato ai lettori di Diario. Il tempo è volato e ci rendiamo conto di aver fatto tardi.
Corriamo per le scale alla ricerca della sala Notturno e: ORRORE il Fantasy Camp è iniziato. Prendo il telefono.Tre chiamate senza risposta, fantastico.Richiamo Francesco, che risponde bisbigliando. Entro nella sala conferenze e gli faccio un cenno. Fortunatamente la cosa va per le lunghe e manca ancora del tempo prima che gli autori invitati debbano intervenire. Usciamo e ci mettiamo nell’unico angolo non affollato di tutto il piano, con la speranza di non essere interrotti. La fidata cameraman spinge Play, segnando il via alle domande per Francesco Falconi, amato autore Fantasy e Urban Fantasy, che al momento sta lavorando ad un qualcosa di completamente diverso dal solito: la biografia di Madonna.
Francesco è abbronzantissimo (che invidia) e con un accento toscano che mi fa sentire a casa, ma è anche gentile e pronto a rispondere con dovizia di particolari a tutte le mie domande. Riusciamo a finire giusto in tempo per il suo intervento alla conferenza, così ci saluta e noi ce la squagliamo per un ultimo giro tra gli stand. La temperatura è elevata, così ne approfittiamo per prenderci un gelato (crema e caffè, io, nocciola e cioccolato la mia amica). Mentre gironzoliamo lappando beate, ci soffermiamo a guardare un muro completamente ricoperto di foglietti e disegni colorati. E’ il muro dei disegnatori. Ognuno ha attaccato una o più immagini e accanto ad esse, contenuti in bustine, scatoline e, in un caso, anche in un nido, i propri biglietti da visita per contattarli. Nuovo appunto mentale: devo assolutamente fare questi cartoncini.
Come sono sopravvissuta senza fino ad ora? Ce l’hanno tutti! Capitiamo nuovamente allo stand Salani e ci mettiamo a chiacchierare con le responsabili. Sfoghiamo con loro la nostra sviscerante passione per Harry Potter e, per una volta ci sentiamo capite nel profondo, perché loro c’erano quando il primo libro è stato tradotto, loro hanno vissuto sulla propria pelle la scelta del nome Silente, loro hanno visto cambiare il nome di una delle case da Pecoranera a Corvonero. Le bacerei solo per questo, ma non è il caso, non è professionale, tanto meno sobrio. Cianciando allegramente, ci accorgiamo di aver fatto tardi così corriamo a prendere l’autobus. Voliamo sul treno alcuni secondi prima che si chiudano le porte. Ci sediamo e ci rilassiamo. Siamo cariche di borse e ricordi, affannate ma felici. Per oggi è tutto cari lettori, a risentirci per il prossimo Diario di…