Intanto io mi sono così appassionato a questo siparietto, sulla falsa riga di quello alla Sandra Mondaini e Raimondo Vianello, che volevo vedere come finisse. Accendo l’auto , mentre davvero lui le fa da scorta e inizia a seguirla. Parte un piccolo rally automobilistico – io mi sento come la Cinquecento Luigi nel film Cars – visto che entrambi se la danno a gambe come due matti. Lei tenta di seminarlo e lui le sta dietro. Sorpassi e rincorse per un paio di chilometri, con lui che le dice dal finestrino “Metti le freccia” e lei che ribatte “Senti chi parla, quello che non sa neanche dove abita lo specchietto retrovisore”.
Poi lei scompare e lui resta imbambolato al centro della strada. Gli faccio cenno di spostarsi e lui, aprendo il finestrino, mi dice: “Tenga, questo è il barattolo di mezzo chilo di Nutella che avrei voluto darle per farci una bella cucchiaiata assieme. Che poi neanche va matta per la Nutella. Che tipo strano!”. Prende e se ne va.
Adesso quel barattolo di Nutella me lo ritrovo accanto a me. E’ una sorta di bizzarro souvenir che mi fa riflettere. A parte il fatto che quei due fossero un pericolo pubblico, mi chiedo: ma le coppie che si sforzano di essere tali, sono quelle fasulle che nascono e muoiono nei social network o quelle che si rincorrono come quei due in una mattina assolata? Si possono sprecare inutili parole, animare battibecchi via chat che a volte diventano crudeli, azzuffarsi in mille modi ma, rovistando in questo barattolo e facendomi fuori una cucchiata di Nutella, sento la cremosità sul palato di quella strana coppia. La coppia vive fuori da un barattolo di Nutella? Certamente, ma lasciatemi dire che in quella rincorsa ho visto un collante che manca a tanti. La voglia di trasformare i piccoli istanti presenti nel tempo della condivisione, che non è il tempo “social” sotto gli occhi inutili di tutti, ma quello che si alimenta attraverso gli unici sguardi capaci di trasformare sensazioni fugaci nei piccoli passi dell’esistenza. E io li ho visti, ve lo giuro.