come sapete il 14 maggio uscirà, in contemporanea con gli Stati Uniti e con tantissimi altri Paesi, il nuovo attesissimo romanzo di Dan Brown, Inferno, edito dalla casa editrice Mondadori. Una nuova avventura di Robert Langdon (la quarta, per la precisione, dopo Angeli e Demoni, Il Codice da Vinci e Il Simbolo Perduto) che vedrà il nostro professore di Simbologia di Harvard affrontare i misteri celati dietro all’Inferno, sublime opera di Dante Alighieri. Autore: Dan Brown
Titolo: Inferno Casa Editrice: Mondadori Collana: Omnibus Pagine: 600 Prezzo: N.A. Data Pubblicazione: 14 maggio 2013 Descrizione: Nei suoi bestseller internazionali ― Il Codice da Vinci, Angeli e Demoni e Il Simbolo Perduto ―, Dan Brown ha mescolato in modo magistrale storia, arte, codici e simboli. In questo nuovo e avvincente thriller, ritorna ai temi che gli sono più congeniali per dare vita al suo romanzo più esaltante. Robert Langdon, il professore di simbologia di Harvard, è il protagonista di un'avventura che si svolge in Italia, incentrata su uno dei capolavori più complessi e abissali della letteratura di ogni tempo: l'"Inferno" di Dante. Langdon combatte contro un terribile avversario e affronta un misterioso enigma che lo proietta in uno scenario fatto di arte classica, passaggi segreti e scienze futuristiche. Addentrandosi nelle oscure pieghe del poema dantesco, Langdon si lancia alla ricerca di risposte e deve decidere di chi fidarsi... prima che il mondo cambi irrimediabilmente. E già in America è nato il filone parallelo, con le guide al romanzo di Dan Brown, atte a spiegare a chi non è italiano, e dunque non lo ha studiato come materia scolastica, il capolavoro del padre della Lingua Italiana. Già dal 5 marzo è disponibile la guida in inglese di Stephen Harvard a Inferno di Dan Brown, che comprende un riassunto completo dell'Inferno di Dante su cui Brown ha basato il suo nuovo romanzo; una guida completa ai gironi e ai personaggi che appaiono nell'Inferno di Dante con le loro origini nella mitologia biblica e classica, oltre alla traduzione delle citazioni latine più importanti contenute nell'Inferno di Dante. E si suppone che questa sarà solo la prima di numerosissime pubblicazioni collegate al romanzo di Brown.Non potevamo esimerci quindi da un bel “VS” di un autore che con il suo libro Il Codice da Vinci ha conquistato fama mondiale e che praticamente il mondo intero ha letto (compresa la nostra Redazione) con pareri quanto mai contrastanti; una storia che, con le sue ipotesi, ha solleticato la fantasia di molti, ma soprattutto un libro che ha creato un vero e proprio nuovo filone di thriller storici, che a tutt’oggi non sembra essersi ancora esaurito. Anche i suoi libri successivi hanno appassionato i lettori di tutto il mondo.
In attesa della sua nuova storia ecco cosa ne pensa la Redazione di Dan Brown, dei suoi libri e del successo che ne è derivato. Buona lettura a tutti! ELENA B. Letti: Il Codice da Vinci Sono una persona che non vede mai il marcio di presupposto nelle opere, intenzioni,o parole altrui. Perché vi dico questo? Quando ho preso Il Codice da Vinci sapevo poche cose: aveva venduto un mare di copie all'estero, era un caso letterario ed era un thriller. Quando ci sono di mezzo casi letterari di solito son molto curiosa di farmi un'idea personale quindi ho iniziato a leggerlo senza troppe aspettative (di solito i casi letterari sono spesso pompati) e sperando di leggere un buon thriller. Devo dire che le mie aspettative per molti versi non sono state disattese, scrittura semplice, veloce e fluida (classica dei bestselleroni), un plot ben congeniato e ottimo ritmo, un protagonista che aveva il suo da dire e di un certo fascino. Ho arricciato un po' il naso per la stiracchiatura e le forzature legate alla storia di Maria, Gesù e il priorato di Sion. Ma vabbè, ci troviamo di fronte ad un thriller che si diverte a giocare con la storia. Il problema con Dan Brown, infatti, è nato al termine della lettura:da ogni parte in cui mi voltassi non si parlava altro che di complotti della chiesa, segreti e verità nuove, libri, saggi, articoli e via di seguito che hanno ampiamente annoiato e infastidito la sottoscritta. Non ha aiutato nemmeno il confronto con altre persone, che mi hanno tacciato di "ignoranza" solo perché non appoggiavo in pieno le teorie espresse da un romanzo (o_O). A quel punto, qualunque interesse avessi per altri libri dell'autore (all'epoca non ancora pubblicati) è venuto abbondantemente meno, non per qualche mancanza riguardo al libro in sé, che si fa abbondantemente leggere, ma per tutto il circo che se ne è fatto attorno. Devo dire però che i film non mi sono dispiaciuti, ottimi per una serata con i popcorn al seguito. STEFANIA IMHO, Dan Brown è il prototipo di ciò che non dovrebbe essere lo scrittore. Testi costruiti a tavolino preceduti da una sapiente operazione di marketing che vanno a toccare punti dolenti e bersagli "sensibili" quali possono essere la Chiesa Cattolica o le pseudo congiure dei governi sull'arrivo degli alieni. La scrittura è certamente avvincente ma, a libro chiuso, mi ha lasciato la sensazione di aver "letto un film", in cui non vi è spazio alcuno per l'immaginazione del lettore. I testi sembrano confezionati in anticipo per Hollywood e spesso sono infarciti di sviste storiche talmente marcate da essere deprimenti. Non è uno dei miei autori preferiti e non credo che lo diventerà mai. ELISABETTA B Letti: Il codice da Vinci Il mio primo incontro con Dan Brown è avvenuto, e tristemente finito, con il Il Codice da Vinci. Al di là delle teorie riprese dallo scrittore, trite e ritrite, non è riuscito a smuovere nessuna delle mie corde interiori. Si tratta di pura fiction, siamo d'accordo, ma tanto prevedibile da lasciare l'amaro in bocca. Ho apprezzato il ritmo serrato in alcune parti, sì, ma questo è stato l'unico aspetto positivo che ho trovato nella sua narrazione. Americano fino al midollo. Troppo, per i miei gusti. ELISABETTA OSSI Letti: 4 Dunque, naturalmente il mio primo Dan Brown è stato il caso editoriale Il Codice da Vinci, forse il libro più venduto in assoluto nel primo decennio del nuovo millennio; un successo senza precedenti per un libro autoconclusivo, probabilmente dovuto a una giusta commistione tra mistero, pretese di scientificità, amore per l'arte e polemiche religiose. Forse l'unico libro che (quasi) tutti i bipedi della terra hanno letto. In Italia è stato il primo ad arrivare, anche se negli USA era già mediamente famoso per i suoi romanzi precedenti: io mi sono poi sciroppata Angeli e Demoni, La verità del ghiaccio e Crypto, più per curiosità che per vera convinzione, infatti non credo li rileggerei adesso. Ritengo Brown un bestellerista da ombrellone, dallo stile incalzante e dozzinale, non troppo dissimile dai colleghi Deaver, Follett e compagnia: ciò che lo differenzia dalla massa è un certo autocompiacimento, una posa un po' antipatica - e fuori luogo - da intellettuale che professa verità. In compenso, una nota altamente positiva è il merito di essersi occupato di materie affascinanti, che hanno (involontariamente) portato a un vivissimo dibattito in materia di arte, fede e connessi misteri dell'umano. E poi, con il Codice e gli Angeli, bene o male che sia, si può dire che abbia sdoganato un genere nuovo, il thriller esoterico, che ha raccolto numerosi proseliti, con alterne fortune. Per cui, pur essendo lontano anni luce dalla letteratura, Dan Brown ha senz'altro dato uno scossone benefico al mondo del best seller commerciale. GABRIELLA Letti: 3 Non so se fossi fuori dal mondo o cosa in quel periodo, fatto sta che ho letto Il Codice da Vinci senza sapere niente di tutto il putiferio che aveva scatenato. L'ho letto, divorato, come un buon thriller con riferimenti storici e neanche per un attimo mi sono lasciata incantare dalle presunte 'verità' che raccontava. Sono cattolica, ma non praticante. Purtroppo non sono dotata di una fede incrollabile, ma Il Codice da Vinci non mi ha fatta smuovere neanche di un centimetro nelle mie convinzioni. L'ho preso per la fiction che era, un ottimo soggetto per un film. Eppure, dopo alcuni mesi ― quando le librerie pullulavano di libri ispirati al Codice ―, mi sono ritrovata a parlare con una persona che mi ha detto di aver messo in dubbio la sua fede a causa del libro, di essersi lasciata abbindolare da (come hai detto, Ossi?) un "intellettuale che professa verità" o anche (come hai aggiunto a scopo esplicativo, ma eri stata fin troppo limpida) "uno yankee che spara cazzate". Questo mi ha davvero sconvolta, perché Dan Brown spara a zero su tutto ciò che non gli va giù e la gente si beve ciò che dice! Dopo qualche tempo lessi Angeli e Demoni, in cui la finzione era più evidente (così come la sua intolleranza per l'istituzione ecclesiastica) e trovai un mare di incongruenze. Spero che, a quel punto, le persone la cui fede aveva vacillato per Il Codice, si fossero rese conto del bluff. Ho dato a Dan Brown una terza possibilità con La verità del ghiaccio. Questa volta niente Chiesa: si sparava a zero sulla Nasa. Il libro scorreva, come gli altri, ma mi disamorai completamente (o meglio, allontanai, visto che non c'è mai stato vero amore fra Brown e me) di questo tizio che saliva in cattedra con un kalashnikov e distruggeva con calunnie (perché la gente ci credeva, eh?!) tutte le istituzioni che ― d'accordo ― hanno le loro pecche, ma chi cavolo è Dan Brown per inventarsi i suoi fatterelli e darli a bere a milioni di lettori? Almeno avesse scritto nella Nota dell'Autore quel che il suo collega italiano Marco Buticchi ha aggiunto al termine del suo romanzo La voce del destino (in cui c'erano molte più verità storiche di quante Dan Brown metterà in 5 romanzi messi insieme!):Non ho la presunzione di raccontare verità, mi considero appagato se riesco ad accendere curiosità nei lettori. La domanda più ricorrente che mi viene formulata è relativa a quanta invenzione ci sia in un romanzo e quanto appartenga invece alla Storia. Quando avrete dei dubbi, dopo che avrete avuto la pazienza di arrivare sino a questo punto, provate a digitare le «parole chiave» delle vostre titubanze in un motore di ricerca e, nella maggior parte dei casi, avrete delle risposte meno interessate di quelle che può fornire un autore di romanzi d’avventura.
ROBERTO Letti: tutti Ho conosciuto Dan Brown con Il Codice da Vinci e ho accolto ogni suo nuovo libro come un evento. Una prosa fluida e scorrevole, ritmo serratissimo, e trame coinvolgenti. Brown scrive per intrattenere ed è dannatamente bravo a farlo. A voler essere puntigliosi, le storie da lui narrate hanno sempre una lacuna, una scelta narrativa troppo semplice e stiracchiata che fa storcere il naso (vedi la caduta senza paracadute in Angeli e Demoni, quello che io considero il suo miglior libro) ma questo non può e non deve influire sul giudizio di uno scrittore capace di incollare il lettore alle pagine. Non ho mai capito coloro che lo accusano di traviare le menti dei lettori inculcando in loro false verità. All'inizio di ogni suo libro è scritto: "Questo romanzo è un'opera di fantasia..." Se poi la gente crede a tutto quello che trova scritto, mica è colpa di Brown. Se fosse così a Giacobbo o Bossari cosa bisognerebbe fare? Dar loro la pena di morte? No, no, tutte sciocchezze... spesso ispirate (purtroppo) da quella folle idea, tutta italiana, che la letteratura debba per forza avere una dimensione altezzosa e intellettualoide. Sarò superficiale e semplicista, ma tra La corazzata Potëmkin e Fantozzi, io preferisco e preferirò sempre il secondo. In conclusione, non credo che Dan Brown sia lo scrittore migliore del secolo, ma i suoi romanzi regalano sempre una perfetta esperienza d'intrattenimento. Invece di denigrarlo, penso che la sua prosa debba essere presa come esempio (soprattutto dagli scrittori italiani). VALERIA Letti: 4 Venivo da un periodo in cui non avevo più messo mano a un libro per almeno un anno e mezzo e avevo bisogno di qualcosa che fosse diverso dal solito romanzo, non troppo intellettuale ma, allo stesso tempo, intrigante. Ho acquistato Il Codice da Vinci senza neanche interessarmi troppo alla situazione marketing o promozionale del libro e ne sono rimasta entusiasta. Per quello che mi riguarda, non ho mai messo in dubbio - durante e/o dopo la lettura di alcun libro - né i fondamenti religiosi né i principi di alcuna fede, perché penso che ci sia una bella differenza tra ciò in cui si crede e ciò che ci viene raccontato nei romanzi. Anzi, ho apprezzato molto il voler intravedere, o soltanto ipotizzare, misteriosi segni in opere, oggetti o strumenti che sono simboli religiosi generalmente e “passivamente” accettati e condivisi. Ho letto di seguito Angeli e Demoni e poi La verità del ghiaccio, che mi hanno ugualmente affascinata, ma mai al livello di Crypto, nel quale ho ammirato la capacità dello scrittore di riuscire a far restare alta la tensione mantenendo la scena quasi statica. Ovviamente lo stile è fluido, e non potrebbe essere altrimenti, in una storia che racchiude già tanta suspense. SARA G. Letti: 4 (Crypto, Angeli e Demoni, La verità del ghiaccio, Il Codice da Vinci) Premessa: Dan Brown non è – né sarà mai – uno scrittore da Pulitzer o da Nobel. Ma se leggiamo le sue opere con le giuste aspettative – un buon thriller dalla trama avvincente e intrigante, con un ottimo ritmo e colpi di scena a ogni pagina –, non rimarremo delusi. Il “polverone mediatico” sollevato intorno a Il Codice da Vinci (il suo quarto romanzo, ma il primo pubblicato in Italia e il primo che ho letto) ha incrementato esponenzialmente le vendite ma ha fatto anche storcere il naso a molti lettori un po’ scettici. Il maggior pregio di Dan Brown è quello di raccontare storie interessanti e un po’ “furbe” e di saperle scrivere molto bene, con uno stile fluido e diretto, quasi “cinematografico” (fra i film consiglio Angeli e Demoni, meno Il Codice da Vinci, più lento e noioso, entrambi diretti da Ron Howard e con Tom Hanks nei panni di Robert Langdon). Lo so, alcune “svolte” nella trama sono un po’ forzate ma ho divorato i due libri con Langdon protagonista – mi manca il terzo, Il Simbolo Perduto, che recupererò sicuramente a breve – per la curiosità, mentre ho trovato meno avvincenti Crypto e La verità del ghiaccio, forse per le tematiche trattate (sicurezza delle comunicazioni e un presunto attacco terroristico nel primo, il ritrovamento di un meteorite alieno nel secondo). Sicuramente, uno scrittore consigliato per gli appassionati di genere. VALENTINA V. Ho "sottratto" Angeli e Demoni dalla libreria di mia madre qualche anno fa: la classica lettura occasionale, scelta più per curiosità che altro (soprattutto dopo lo straordinario successo, o meglio la straordinaria pubblicità de Il Codice da Vinci). Devo essere sincera, ho divorato il libro in un paio di giorni, intrigata dalla scelta dello scrittore di affrontare un tema storicamente spinoso come il rapporto fede/scienza. La lettura è stata piacevole e la narrazione scorrevole, ma ho trovato il romanzo ben lontano dal capolavoro tanto acclamato. La storia contiene un'infinità di riferimenti storici a volte impropri, imprecisioni linguistiche e inesattezze artistiche un po’ grossolane. Credo che Dan Brown, più che un brillante scrittore, sia stato un sapiente "esperto di marketing": capace di costruire ed elaborare un'avventura avvincente e ghiotta per il grande pubblico. Per quanto riguarda le sue doti letterarie... il panorama internazionale vanta un gran numero di talenti più portentosi... ! E voi che ne pensate? Diteci la vostra e fateci sapere se aspettate con ansia il nuovo best-seller di Dan Brown. Sul sito di Bookrepublic dal 20 marzo al 26 maggio sarà possibile scaricare gratuitamente l’e-book de Il Codice da Vinci e un estratto delle prime pagine di Inferno. Inoltre, acquistando uno qualunque dei romanzi di Dan Brown entro il 31 maggio 2013, si avrà diritto a un buono sconto del 20% su Inferno. Un’occasione ghiotta per tutti gli appassionati e che, dalle recensioni oltre-oceano delle prime pagine, promette di bissare il successo del libro che lo ha consacrato scrittore di fama mondiale, Il Codice da Vinci.