Dopo la proiezione del film, gli spettatori escono sconvolti e alcuni increduli. Per quelli che ricordano bene l’evento è un tragico ripasso; per quelli più giovani è come rivivere la tragedia con gli occhi delle vittime. Attraverso Diaz traspare quella che è stata una vergognosa, cruda e violenta realtà, e proprio per questo pregio ne scaturisce un buon prodotto cinematografico (uno dei pochi italiani).
Ottima interpretazione da parte degli attori, soprattutto da quelli che rappresentavano le vittime. Un bravo e serio Daniele Vicari, di cui approvo in pieno la scelta tecnica e stilistica di rendere la pellicola “rumorosa”, come per adattarla meglio ad un linguaggio amatoriale: eccellente e caratterizzante. Ben montato, costruendo perfettamente la storia che fluisce in maniera discreta. Film ben fatto in una Italia tutt’ora mal messa.
Un film che non sono sicuro dovrebbero vedere tutti, perchè c’è chi potrebbe interpretarlo negativamente: mi riferisco ai violenti, quindi a tutti quelli che ragionano in bianco e nero. Ma in ogni caso penso che dovebbe essere vietato ai minori di 14 anni. Ritornando alla storia, purtroppo la violenza genera violenza e chi ha un minimo di potere ne abusa; ma ancor peggio sono gli individui che hanno il vero potere per far si che la “violenza generi violenza”, e si sa “come è misera la vita negli abusi di potere”: in ogni caso lo è a prescindere quando si riccorre alla violenza. Violenza equivale a debolezza, una debolezza morale e squallida. A che serve la violenza?
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