Diciamo pure che è un periodo di introflessione ma non di depressione.
Diciamo pure che mettere insieme il pranzo con la cena, occuparsi di casa, fare il tip tap tra marito e figlie, ascoltare le amiche, ricevere notizie, prendere decisioni, fare la spesa, spaccare il centesimo ma essere perennemente in rosso (venoso), telefonare, ricevere telefonate, vedere telegiornali dove pensi che morirai di cancro, di amianto, di fame, di un attentato, di mozzarella rossa e latte blu, di ulcera perché pensi che le tue pargolette, vecchie e sdentate, vivranno nei cunicoli della metropolitana.
Diciamo pure che domani è un altro giorno e ti sveglierai con un punteruolo nel cuore ma dopo il primo cappuccino avrai ristabilito gli equilibri, anche quello della tiroide sfaldata, e che venerdì pranzerai al Pantheon con le amiche e poi andrai al cinema con tua figlia, dopodiché la sera ti raggiungerà anche l'altra e ve ne andrete a casa e le tue ragazze passeranno il fine settimana in casa con voi, tra pigiami indossati per 24 ore, pizze, film, risate e pettegolezzi.
Diciamo pure che questa vita di merda ci piace.





