Ci siamo, l’emergenza carceri s’avvicina e, sappiatelo, non c’è nulla di cui stare allegri perchè ormai dovremmo sapere bene come come nel nostro Paese vengono gestite le emergenze, giusto? E siccome la parola d’ordine adesso è RISPARMIO certe emergenze si preferisce non considerarle e… farle maturare ancora un po’.
Cosa me lo fa pensare. No, non i 186 morti dello scorso anno (Fonte Associazione Antigone) o i 10 di questi primi 47 giorni dell’anno 2012, ma il recente tam-tam mediatico con cui, tra una farfallina (volante o tatuata) e un reddito online (ma davvero pensate dichiarino tutto qui in Italia?), s’è cominciato a mettere sul tavolo della discussione il tema e riconoscere quello della situazione delle carceri italiane un vero problema. Giocata nel 2006 la carta dell’indulto, gli ultimi governi più di una volta hanno parlato a più riprese di ampliamento delle carceri, revisione delle pene, etc. senza però mai riuscire a dare l’impressione di trovare o voler trovare il bandolo della matassa.
Eppure qualcosa a breve bisognerà cominciare a pensare perchè dopo le quote latte, le frequenze televisive e i rifiuti in Campania pare ci stia arrivando dalla Comunità Europea anche questa nuova infrazione. Tanto per non farci mancare nulla in tutti i campi…
Soluzioni? Incredibile a dirsi ma qualcuna, take-away e pronta all’uso c’è, tanto che recentemente ne ha riparlato anche il ministro Severino salvo poi mandare in cavalleria il discorso una volta che le sono stati ricordati i costi della precedente esperienza, ve la ricordate vero? Ma si dai, quel progetto pilota del 2001 voluto dai ministri Bianco e Fassino che aveva portato all’acquisto di ben 400 braccialetti, di cui ne sono stati utilizzati solo (per fortuna) una decina per un costo di gestione complessivo annuo di (sedetevi)… 11.000.000€ drenati con generosità tipicamente italiana verso Telecom.Tranquilli, deglutite pure infatti tutti questi dati erano validi fino al 31/12/2011 quindi, al momento, l’eventuale contratto andrebbe possibilmente rivisto, magari (possibilmente) al ribasso, magari confrontando i costi di più partner e, perchè no, sfruttando anche le nuove tecnologie e conoscenze messe in campo in questo undici anni.
Non si fosse capito per le pene relative a certe tipologie di reati io sono non favorevole ma stra-favorevole a questa misura. Paradossalmente anche a vederla sponsorizzata da qualche multinazionale se questo può aiutare ad abbattere i costi. L’unica cosa che chiedo al governo tecnico è, per favore, di non chiedere più lumi a Bianco e Fassino e piuttosto assumere come consulenti i gestori del racket della prostituzione straniera in Italia. Si avete letto bene, proprio loro che, come la recente inchiesta di Repubblica dimostra, sono avanti e controllano (e sono sicuro anche in maniera “precisa” ed impeccabile) i movimenti delle loro ragazze con dei chip sottopelle.
Lo so, quanto scritto sembra una barzelletta (“lo sai il colmo per un evaso? controllarsi da solo” ahahahah), un paradosso ma… volete mica dirmi che in un paese come il nostro ci si formalizza se all’elenco dne aggiungiamo un altro vero?
Credo proprio di no. Quindi, in conclusione, credo che se questo progetto non andrà in porto sarà solo ed esclusivamente perchè… non ci mangiavano sopra abbastanza persone.
E questo da anni purtroppo in Italia non è paradosso ma triste realtà!