Magazine Cultura
Parola e spazio che gli cedo, come sempre, molto volentieri.
Perciò, buona lettura.
Ps: i commenti sotto le immagini a corredo dell'articolo di Simone sono le uniche integrazioni personali che mi sono "concesso".
Rieccomi sul blog del Sommo, pronto a scrivere due paroline su qualcosa che non mi è andato proprio a genio. Alcuni di voi si saranno persi questo articolo, che è direttamente collegato a quello di oggi. Alcuni tra quelli che ricordano quella discussione diranno “che palle, ce l’hai di nuovo con Travaglio?” e mi spiace deluderli ma si, ce l’ho di nuovo con Travaglio. Il motivo è uno solo, lo stesso di quello che mi portò a scrivere se Travaglio non sostenesse il Movimento 5 Stelle…ovvero la delusione di un ragazzo a cui piacerebbe fare il giornalista, che stima Montanelli ed ovviamente invidia Travaglio che ha avuto più di un’opportunità di lavorargli vicino e di imparare da lui, e che ha finito con l’accantonare – secondo me – tali insegnamenti al sorgere di un movimento politico in cui rivedersi.
Giornalisti. Con la "G" maiuscola.
Non farò mai un elogio all’obiettività, caratteristica che secondo me è impossibile da raggiungere, ma apprezzerò sempre chi – pur essendo palesemente di parte – è critico soprattutto con la propria parte. Cosa che Travaglio non fa minimamente. L’origine di questo articolo è l’editoriale pubblicato da Marco Travaglio sul Fatto Quotidiano del 19 Aprile, all’indomani della figuraccia Marini al Quirinale, che potete leggere QUI, e nel quale fa una serie di domande al PD tanto per metterlo alla gogna, come se non bastasse la sciagurata gestione del toto-Presidente. Mi sono imbattuto in questo editoriale su un sito condiviso da un grillino (ma guarda un po’) che esaltava Travaglio (ma i giornalisti non erano tutti venduti?) per aver fatto domande al PD che “nessuno aveva il coraggio di fare”. La mia risposta a quel sito, che purtroppo Marco non leggerà mai (sarei onorato, ma non credo ci sia alcuna possibilità) la riposto qui per vedere le reazioni dei lettori di questo blog, che possono pure criticarmi senza timore di essere chiamati cerebrolesi (cit.).
Eccola a voi!
Cerebrolesi?
Caro Marco, lungi dal voler difendere l'indifendibile PD, vorrei porre a lei qualche domanda visto che - come tutti - non è esente da qualche macchia.
1- Perché non contesta al M5S lo spacciare per "democrazia dal basso" una votazione per il candidato al Quirinale ristretta a 48mila persone, numero che costituzionalmente non basterebbe a fare praticamente nulla?
2- Perché non contesta il conflitto d'interessi che c'è tra l'autorità terza garante della correttezza dei voti sul blog e chi la paga, ovvero chi il blog lo amministra e ne è leader politico?
3- Perché non contesta al Movimento 5 Stelle l'aver costretto il PD all'inciucio (ed al suicidio politico) salvo poi tornare sui propri passi proponendo Rodotà?
4- Perché non contesta al Movimento 5 Stelle l'essere stata quasi l'ancora di salvataggio di B. come lo è stato per anni la manifesta incapacità del centrosinistra di stare al governo?
5- Perché non contesta a Grillo le epocali figuracce quali l'aver dichiarato che il programma "è stato scritto da economisti quali Stiglitz" ed altri, salvo poi essere stato clamorosamente smentito?
6- Perché non contesta a Grillo una campagna elettorale basata sul "mal di pancia" popolare e su numeri e dati completamente inesatti?
7- Perché non contesta al Movimento 5 Stelle un programma scritto ad hoc per essere completamente generico e quindi incontestabile, ma ad una più attenta analisi risultante in una totale mancanza di proposte concrete?
8- Perché non contesta le clamorose falle di conoscenza costituzionale ed istituzionale da parte dei parlamentari a 5 stelle?
9- Perché non contesta al Movimento 5 Stelle di avere accettato/dato la vicepresidenza della Camera ad un deputato a 5 stelle ventisettenne fuori corso di una facoltà dove ci sono centinaia di studenti più meritevoli di quella posizione?
10- Perché non contesta al Movimento 5 Stelle la "partitocrazia" intrinseca nella selezione dei candidati alle "parlamentarie", spacciata per chissà quale deviata "meritocrazia"?
Non lo dico perché voglio insultare il M5S, ma perché come in ogni cosa ci sono luci ed ombre. Lei, da giornalista, sarebbe tenuto a porre certe domande, in particolar modo perché orgogliosamente (e lo sarei anche io) discepolo di Montanelli, uno che ha sempre guardato "in casa propria" prima che altrove.
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