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dietro il telo blu

Creato il 24 maggio 2012 da Occhio Sulle Espressioni
dietro il telo blu ビジターQ (Bijitâ Q)
2001
Giappone
Regia: Takashi Miike
Scritto: Itaru Era
Una famiglia giapponese, non è importante il nome, di un macrocosmo sovrappopolato come quello dell'Estremo Oriente. Non è il caso definirla apparentemente normale, perché l'inizio è subito chiaro, e vede Kiyoshi, il padre, giornalista fallito alla ricerca di uno scoop sensazionale, analizzare il mondo cruento degli adolescenti. Per iniziare niente di meglio che un incesto con la giovane figlia prostituta, nonostante la pseudo riluttanza di lui. Finisce come deve finire, e tanto per mostrare come sono questi bramati adolescenti, lei avrà il tempo anche di turlupinare il padre per la prestazione e sbeffeggiarlo per il poco denaro che ha dietro.
A casa non va meglio. La madre, Keiko, è costantemente vessata e picchiata dal giovane figlio, forse per sfogare la sua rabbia da vittima di bullismi molto pesanti. Lei è remissiva, fra l'indifferenza generale subirà fino a riportare gravi ferite e una camminata claudicante. Ma continuerà imperterrita la sua vita, tanto a consolarla ci sarà, sorpresa, l'eroina, acquistata tramite, sorpresa due, la vendita del suo corpo, ad individui dai gusti non standard.
A svegliarli da questo torpore arriverà il Visitor Q, personaggio di dubbia provenienza che si presenterà con una sassata in testa al padre; subito chiare le sue intenzioni, è una sveglia, un angelo/demone in forma umana.
Mentre al padre va sempre peggio, infatti arriverà anche ad uccidere la collega che non vedeva di buon occhio il suo progetto di lavoro, oltretutto facendole pagare, IN SEGUITO, le sue turbe, la madre peggiora e il figlio è ancor più maltrattato, il "visitatore" arriverà a completare la sua opera. Ne avrà per tutti e tre, poco più in là anche per la figlia, che si ricongiungeranno nel simbolico latte materno della signora Keiko, sgorgante a fiotti, segno di un ritrovato credere in se stessa. Finalmente scopriranno "armonia": i genitori collaboreranno fra di loro, Kiyoshi aiuterà, in maniera violentissima, il figlio e si sentirà appagato, il ragazzo rientrerà felice nelle grazie materne. Missione compiuta.
Laidissimo eccesso mascherato da cinema verità, il formato digitale, il 4:3, i soli suoni senza musica, vogliono dare idea documentaristica e vi riescono ancor più di riprese reali. Una società alla deriva, dove sono lesi tutti i rapporti: famigliari, d'amicizia, lavorativi, con il proprio ambiente, quale può essere la casa, con gli estranei. L'importante è censurare e non far apparire, come nella famosa sfocatura degli organi genitali giapponese, tale da permettere al mondo di non vedere.
Nichilismo sociale, forse riabilitabile a sassate sulla testa, per passare ad un gradino emotivamente più funzionale, ma uguale marcio e perverso.
È vero Takashi Miike, in una delle sue molteplici forme.

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