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Dietro le “Armi di protezione di massa”

Da Bolo77

Dietro le “Armi di protezione di massa”

Intervistia a Antonella Di Vita, creativa e copywriter della Kitchen che ha prodotto la campagna 1° dicembre di Arcigay

Semplice, essenziale e diretta: come siete arrivati alla campagna lotta all’aids di Arcigay 2010?

La creatività, generalmente, dipende da due fattori: la conoscenza del “prodotto/servizio” e le sue peculiarità; la qualità del brief che viene fornito dai committenti. In questo caso i due elementi si sono combinati in una buona sintesi. Inoltre la retorica “dominante” è così paradossale ai giorni nostri che smontarla e rimontarla in chiave ironica è gioco facile.

Lo slogan “armi di protezione di massa” è stato fortemente voluto dall’associazione. Quanto è efficace, a vostro parere, nel diramare un utile messaggio di prevenzione?

Sull’efficacia dei messaggi ci sono tante scuole diverse, anche perché, oggettivamente, non esiste una scienza esatta in grado di fare questa misurazione.
La nostra opinione è che un messaggio di taglio pubblicitario debba in primo luogo trattenere l’attenzione, spingere l’utente del messaggio “a metterci del suo” nella codifica dei segni. È la partecipazione che può favorire la memorizzazione e quindi l’efficacia. Per questo non crediamo nei messaggi troppo facili o didascalici, così come non funzionano i messaggi eccessivamente complicati.
Il nostro messaggio è chiaro: proteggiti, gli strumenti per farlo sono pochi e tutti reperibili. Combattere l’Aids, in fondo, è una battaglia in difesa dell’amore, di sé e delle/degli altre/i.

Perché tutto quel viola?

Mimetico viola, un ossimoro che rafforza il doppio registro di cui sopra.

La comunicazione sociale è un ambito particolarmente difficile da affrontare e quella ministeriale sovente è molto ingessata. Voi, al contrario, avete scelto di mostrate chiaramente gli unici strumenti di prevenzione e cioè condom, gel e dental dam. Ma l’effetto shock manca. Perché?

L’effetto shock non è necessario per colpire e spesso le forzature, per loro natura, sono poco convincenti. La nostra opinione è che la buona creatività sia dire la cosa giusta in modo originale.

Spesso si parla di target gay come difficile da afferrare…

E’ così? Direi di no. Siamo circondati….

Avete altri progetti in campo con Arcigay?

Quello con il Cassero e con Arcigay è un sodalizio professionale che dura da anni, che ci offre l’opportunità di lavorare su una materia che ci piace e su istanze che spesso condividiamo. Attualmente non abbiamo progetti a breve termine ma sicuramente faremo insieme altre campagne.

SCHEDA: LA KITCHEN

Nata nel 2005, Kitchen è il punto di arrivo del percorso professionale di una coppia creativa e il punto di partenza di un progetto imprenditoriale nel mondo della comunicazione.

Kitchen è una piccola struttura con una predilezione per l’accuratezza del progetto, capace di interpretare i bisogni delle aziende e di tradurli in strategie, azioni e strumenti. È innovativa e concreta e prima di proporre soluzioni comunicative cerca la comunicazione con le imprese.

Tra i clienti: Altercoop, Arcigay, Cadiai, C.N.A. Forlì-Cesena, Casa delle Donne Onlus, Cooperare con Libera Terra, Gender Bender Festival, Geovest, G.V.C. Onlus, Legacoop Bologna, Legacoop Emilia Romagna, Librerie.coop, Obiettivo Lavoro, Regione Emilia-Romagna, Terra di Tutti Film Festival.


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