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Difendiamoci! Giornata Mondiale della libertà di stampa

Creato il 03 maggio 2015 da Retrò Online Magazine @retr_online

Oggi, 3 maggio, si festeggia La Giornata Mondiale della Libertà di Stampa, libertà raggiunta con difficoltà e che ancora adesso non lesina a mietere vittime.

La data venne istituita dall’assemblea generale dell’ONU al 405 East 42nd Street di New York in onore dei giornalisti africani che nel 1991 diedero la vita per la Dichiarazione di Windhoek la quale delineava il futuro della libertà di stampa negli stati africani.

A 24 anni di distanza dalla sua stesura questa dichiarazione è più che mai attuale

Il primo punto fa riferimento alla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, in particolare all’Articolo 19, sostenendo che la libertà di stampa sia importante non solo per il concetto fondamentale proprio della libertà, ma che questa sia la base per una democrazia solida.
La stampa, per svolgere il suo compito deve esulare dai controlli e dagli interventi da parte dei governi e della politica e divenire una stampa pluralistica, cioè una stampa che si dirami in molte e diverse realtà, dai quotidiani, alle riviste, ai periodici.
Una realtà in cui possano coesistere giornali tra loro in netta opposizione politica, riviste di scienza e periodici religiosi.
La libertà di stampa non è solo un diritto fondamentale dell’uomo, ma è anche un’opportunità di ampliare la propria cultura e di capire quelle che ci circondano.

Il concetto di libertà di stampa: meno del 20 % dei paesi mondiali la garantisce.

Nella maggior parte degli Stati la libera circolazione delle idee non è concessa, e i giornalisti lavorano con un alto tasso di rischio per la propria incolumità.
Nel 2012 i giornalisti che diedero la vita furono 43 mentre nel 2013 si arrivò fino a settanta.
L’anno scorso il Reporter Sans frontieres ha stimato che dal 2005 i “martiri” della libertà di stampa arrivino a 720 e 178 i reporter incarcerati.
Nel 2014 gli inviati in paesi stranieri sono stati rapiti, si contano circa 119 casi e si stima che nel mondo ne muoiano ogni anni almeno un centinaio.
Sempre il Rsf ha infatti denunciato l’accaduto definendola una “regressione brutale”.

Non solo in paesi come la Siria (177°) o la Cina (176°), anche il nostro paese è vittima di questa regressione, nel 2014 ha infatti perso 24 posizioni, divenendo così la 73esima dal precedente 49° posto.
Non solo i casi più eclatanti come i sequestri o l’omicidio dei reporter mondiali, sono in aumento anche gli atti intimidatori, nel 2014 per esempio i numeri ci suggeriscono che anche il reporter italiano non è del tutto estraneo a persecuzioni e minacce dovute alla libertà della propria professione.
Oltre ad accuse di diffamazione e calunnia il bel paese ha subito atti che mettono ancor più in evidenza questa regressione.
Sono 43 le aggressioni fisiche subite dai nostri giornalisti e 7 i casi di minacce con attacchi incendiari alle automobili degli stessi registrare solo nei primi mesi del 2014.

Il 3 maggio di quest’anno è inevitabilmente legato al ricordo della terribile strage di Parigi. Il 2015 ha bisogno più che mai di questa data, la libertà di stampa è un nostro diritto, è un vostro diritto, era il diritto che esercitava Stéphane Charbonnier, direttore della rivista Charlie Hebdo, e dei suoi collaboratori, vittime di un attentato il 7 gennaio scorso per aver pubblicato una vignetta satirica su Abu Bakr al-Baghdadi, leader dello stato islamico.

L’Unesco, in occasione di questa data, conferisce il Guillermo Cano World Press Freedom Prize

Tale premio, dedicato a coloro che si battono per la difesa e la promozione della libertà di stampa, venne creato nel 1997 in onore del giornalista Guillermo Cano Isaza, ucciso in Colombia il 17 dicembre 1986 davanti agli uffici del giornale per il quale lavorava: El Espectador. Alcuni sicari eseguirono l’ordine di Pablo Escobar, infastidito dalla pubblicazione di diversi articoli nei quali il reporter sudamericano denunciava i traffici di droga della malavita colombiana.

Il giorno seguente El Espectador andò comunque in stampa ed uscì con il titolo:”Seguimos adelante”, “Proseguiamo”.

Anche la rivista satirica francese “Charlie Hedbo” non si è lasciata intimidire ed è tornata in edicola il 14 gennaio con 7 milioni di copie in 16 lingue.
Nous continuons.

Tags:je suis charlie,libertà d'espressione,libertà di stampa

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