La gente protesta, via i gay dal Piave
Il sindaco: «Sono malati, si curino»
e ancora
Sindaco del trevigiano: "Via i gay dal Piave, sono malati e deviati"
Ovvero: come aprire la bocca e rovinare tutto.
Se nel mio paese ci fosse un quartiere, una zona, in cui non puoi mettere piede perchè trovi preservativi ovunque e scarse condizioni igieniche, se ci fosse un viadotto sotto al quale, che si passi di giorno o di notte, si rischia di essere aggrediti o fare incontri poco raccomandabili e il mio sindaco dicesse: - Bene, dobbiamo mettere un freno a tutto questo - non la troverei una cattiva idea. In fondo il suo dovere di sindaco è rendere la mia vita di cittadino sicura e il più gradevole possibile. Al di là di tutti i discorsi che si possono fare sulla liberalizzazione o meno della prostituzione o sulla prevenzione delle tossicodipendenze, ecc..., consideriamo un sindaco che deve lavorare con le leggi attuali. Si imbatte in una situazione di degrado e cerca di porvi rimedio come può.
Probabilmente sotto questo viadotto del peccato a Spresiano, la situazione è davvero degradata e pericolosa.
Il problema è lo scivolamento dei termini.
Perchè se ne avesse fatto un discorso di sicurezza, di criminalità, si poteva discutere se il rimedio preposto fosse adeguato o meno, soprattutto considerando che il disagio è stato segnalato in prima istanza dai cittadini stessi.
Invece il sindaco è banalmente scivolato, ha mostrato immediatamente la faccia orribile, con le solite frasi, con le solite comprensioni ma non condivisioni, con i soliti consigli sulle cure e sui problemi psicologici.
Ma la mia frase preferita fra quelle che ho letto sui giornali è assolutamente questa:
<<Questa non è la prostituzione femminile, questa è maschile e non può passare inosservata >>
che rende il sindaco in questione davvero indifendibile. Io ci ho provato mio caro, ci ho provato davvero.
Sei omofobo. Sei malato. Devi farti curare. Dalla carfagna.