da qui
Stamattina mi sono svegliato con disturbi al cuore e problemi di respirazione. Con la vita che faccio dovrebbe essere normale, così mi chiedo come mai sia capitato solo adesso. In realtà è accaduto anche altre volte ma, appena passa, il ricordo si dilegua. Don Mario mi ha insegnato a ignorare certe cose: o meglio, quando toccava a me si preoccupava; di lui, neanche lo diceva. Ce l’ho qui, davanti a me, con il dente superstite, il sorriso commosso, le mani rovinate dalle bruciature e la fisioterapia sbagliata (gli hanno troncato mezzo dito), l’orologio da sei euro che gli comprai all’edicola e portava al collo come una croce episcopale, l’onnipresente blocco per gli appunti e la borsetta verde con i soldi per i poveri. Soffriva di tutto, ma il male non riusciva mai a intaccarlo, tirava avanti sulla sedia a motore come niente fosse, in barba a medici e infermieri. Insomma, mi vergogno del mio mal di cuore, dei miei acciacchi da dilettante allo sbaraglio, da novellino incapace di sorridere quando il respiro gli si spezza in gola.