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Dio e l’Universo, la Creazione e l’Evoluzione.

Creato il 15 luglio 2014 da Salvoc
Dio e l’Universo, la Creazione e l’Evoluzione. Il fatto che nel libro della Genesi vi sia il racconto della Creazione avvenuta in sei giorni mentre, anche a causa della teoria della Evoluzione e dei risultati sperimentali, sembrerebbe che  invece si sia sviluppata  nell’arco temporale di miliardi di anni, ha sempre comportato dei problemi per i credenti,  soprattutto per quelli   legati ad una interpretazione ‘letterale’ della Bibbia.
L’idea di scrivere questo post mi è venuta dopo gli interventi di un lettore che ha sostenuto che secondo l'interpretazione letterale l’unica cosa che si può concedere è che la Creazione sia avvenuta  nell’arco di seimila anni terrestri, visto che viene anche detto che ‘per il Signore mille anni sono come un giorno’ (1).
Nel cercare di risolvere il dilemma o quantomeno tentare una spiegazione che sia  plausibile, senza la pretesa che sia la verità, considererò le seguenti ipotesi cercando di mostrare che non sono in disaccordo:
1) Quella ‘scientifica’ della teoria evoluzionistica, nella variante degli equilibri punteggiati di Gould, che è una ‘spiegazione’ di fatti accertati sperimentalmente e non, anche se comunque sempre una ipotesi
2) Quella ‘mistica’, e cioè la descrizione fornita da Don Guido Bertoluzzi sulla creazione delle diverse specie.
Qui non ci interessa sapere se quest'ultima opera è stata o meno una rivelazione mistica autentica, la considerò comunque come una ipotesi fatta da Don Guido, se poi l’ha ricevuta per via mistica o sia stato il frutto di sue riflessioni questo non  sarà importante ai fini del nostro discorso.
L’ipotesi degli equilibrii punteggiati
Il più controverso ancorché famoso contributo alla teoria dell’Evoluzione dato da Gould è l’ipotesi degli equilibri punteggiati di cui ho parlato in questo post. (2)
Per la formulazione standard, l’evoluzione è un processo graduale, il risultato di un accumularsi di piccoli cambiamenti. Il problema è che mancano fossili che possano rendere conto di questi passaggi : nelle diverse epoche si passa da una specie ad una completamente differente, non esistono fossili di specie intermedie. Gould e Eldredge, entrambi paleontologi di professione si convinsero che le specie non erano cambiate granché in lunghi periodi di tempo,  misero quindi in discussione il gradualismo,  la stasi è un dato di fatto - ripetevano -, la stabilità delle specie è una regola, l’equilibrio delle specie sarebbe punteggiato da episodi di cambiamenti improvvisi relativamente rapidi nel tempo geologico. Per spiegare la speciazione (cioè l’origine di una nuova specie) essi si servirono della teoria allopatrica secondo la quale una specie può evolversi in un’altra quando essa si stacca dalla popolazione madre e diventa geograficamente isolata. Secondo questa teoria, in tale specie isolata avverranno dei cambiamenti genetici (casuali - Gould era ateo) tali da dare origine ad una nuova specie, cioè a un gruppo incapace di incrociarsi con quello originario (la caratteristica essenziale che distingue infatti una specie o meglio dire un ‘tipo base’ da un altro è che gli individui appartenenti ad esso non possono accoppiarsi in maniera feconda con individui di specie o tipo base differente).
Quindi secondo questa ipotesi dell’equilibrio punteggiato di Gould e Eldredge, “le nuove specie sorgerebbero in tempi assai rapidi in piccole popolazioni locali situate alla periferia di una specie” e “la storia dell’evoluzione non sarebbe la storia di un dispiegamento lento e solenne, bensì la storia di una serie di equilibri omeostatici che solo ‘raramente’ (ma in realtà con una certa frequenza, data la vastità del tempo a disposizione) sono perturbati da eventi di speciazione  rapidi ed episodici” (3)
Ipotesi di Don Guido Bertoluzzi
Secondo Don Guido, Dio nel creare ogni nuova specie animale, nelle diverse ere in cui ha voluto farlo, ha utilizzato una femmina di una specie già esistente, affine a quella da creare ex novo, ‘creando e inserendo’ nel suo utero un uovo composto da gameti maschile e femminile, e ciò per far nutrire e sviluppare questo uovo senza che materiale genetico della vecchia specie passasse alla nuova. Dall’uovo nasce un maschio della nuova specie che, una volta raggiunta la maturità sessuale, si accoppia con quella femmina (che è stata sua madre putativa ma non genetica) e in cui nel contempo viene creato un gamete femminile (della nuova specie) che si unisce così con il gamete maschile fornito dal maschio. Ne nasce così una femmina  che una volta cresciuta e raggiunta la maturità sessuale accoppiandosi con il maschio  (suo padre) mette al mondo i discendenti della nuova specie. C’è un passaggio obbligato in cui avviene un rapporto incestuoso nella nuova coppia, ma ciò accade per necessità. E, diremmo, per ‘permissione’ divina.
Qualcuno potrebbe scandalizzarsi pensando  che così Dio non avrebbe creato della nuove specie facendo apparire degli individui adulti già formati, ma si sarebbe servito di altre specie precedenti per generare una nuova specie. Ma questo rientra nell’economia divina che noi non possiamo sondare e giudicare. Infatti certamente, dal punto di vista teologico, nulla avrebbe vietato a Dio di creare degli esemplari di una nuova specie già adulti, ma evidentemente Egli avrebbe preferito seguire una via un po’ meno ‘invasiva’ servendosi fin che ha potuto di altre creature, già esistenti, comparse in precedenza (4).
Considerazioni
Io non credo nella teoria dell’Evoluzione nei termini radicali e ideologici in cui viene espressa attualmente, però debbo far notare che una delle poche ‘rivelazioni private’ che spiegherebbero  il libro della Genesi, e precisamente il libro di Don Guido Bertoluzzi, parla dell’intervento diretto di Dio nel creare una nuova specie, prima impiantandone un ‘uovo’ di una nuova in una femmina della vecchia specie resa compatibile (perché fatta nascere con un cromosoma in meno o in più rispetto a quello della sua specie) e poi facendo accoppiare questa femmina con il nascituro divenuto nel frattempo adulto.
Questo modo di ‘creare’ di Dio lungo le ere geologiche servendosi delle vecchie specie per far nascere improvvisamente una nuova specie più o meno diversa dalla precedente sembra essere sorprendentemente compatibile con la teoria degli equilibri punteggiati di Gould di cui ho parlato.
Ma questo intervento creativo divino ‘discontinuo’ disturba parecchi teologi e scienziati in quanto fa passare l’atto creativo come un ‘tappare buchi’ o peggio come frastellato di tentativi o ripensamenti.
Inoltre per molti cattolici non è accettabile questa supposta creazione a scatti in diverse ere perché il Capitolo della Genesi farebbe pensare ad un atto continuo e ben limitato ‘nel tempo’.
Ecco un tentativo di soluzione che coinvolge la struttura del nostro Spazio-Tempo...
Tempo fa in un paio di post, per spiegare in maniera convincente l’esistenza dei fenomeni quali la ‘visione’ a distanza nello spazio e nel tempo e la non località scoperta dalla meccanica quantistica, parlai dell’ipotesi che la struttura dello spazio tempo fosse a otto dimensioni.
Per poter inserire come una caratteristica naturale la non località nell'Universo e nello stesso tempo evitare i paradossi e salvare il libero arbitrio  sono state proposte  modelli di esso  in cui si è cercato di aumentare il numero di dimensioni. Uno di questi è quello 8-dimensionale con una logica a 4 possibilità (ricordo che noi abbiamo normalmente l’esperienza di uno spazio-tempo 4-dimensionale, 3 dimensioni spaziali e 1 temporale, con una logica a 2 valori).
Questo spazio-tempo octa-dimensionale si chiama Spazio-Tempo Complesso di Minkowski (5).
Lo spazio tempo octadimensionale.
Partendo dal nostro spazio-tempo usuale, ognuna delle tre dimensioni spaziali monodimensionali (la larghezza, la profondità e l’altezza) viene fatta diventare bidimensionale e allo stesso modo il tempo, che sarà quindi anch’esso a 2 dimensioni.
E così come un foglietto di carta, che è bidimensionale, guardato all’altezza dei nostri occhi e posizionato parallelo al terreno viene visto come una linea, e quindi monodimensionale, con l’altra dimensione ’nascosta’ alla nostra visuale , allora, nella realtà vediamo un mondo a 4 dimensioni anziché  a 8, perché ognuna di queste 4 dimensioni di natura bidimensionale ci appare monodimensionale, essendo l’altra dimensione ‘invisibile’ a causa della nostra prospettiva o del modo di ‘vedere’ la realtà  e che concernerebbe la visione dell’essere umano come una unione materia/spirito ognuna operante nella dimensione di sua competenza.
Cosa comporta questa geometria a 8 dimensioni? Semplicemente che punti che ci sembrano separati nello spazio possono essere connessi dalla nostra consapevolezza con percorsi che si sviluppano nella 2^ dimensione  ‘immaginaria’ temporale, che non avvertiamo normalmente, e risultare così a distanza spaziale nulla: otteniamo così la visione a distanza. Inoltre eventi che ci sembrano separati nel tempo, uno nel presente e l’altro nel futuro, possono essere connessi dalla nostra consapevolezza con percorsi che si sviluppano nella 2^ dimensione ‘immaginaria’ spaziale, e risultare così a distanza temporale nulla: abbiamo così la precognizione di eventi futuri.
Quindi con questa struttura quelle cose che noi vediamo separate nello spazio e nel tempo nel mondo a 4-dimensioni possono non esserlo in quello a 8-dimensioni: ciò spiegherebbe quindi  la ‘non località’ della meccanica quantistica e così pure la percezione di eventi  futuri o la visione di oggetti a distanza e il fatto che segnali tra oggetti legati, ma spazialmente separati, sembrano avere una velocità infinita.
La Creazione
In un altro post del mio Blog, tempo fa, ho espresso l’ipotesi che il nostro Universo (almeno octadimensionale nella sua struttura) sia stato creato da Dio in un ‘istante’ del suo tempo senza tempo compreso il suo ‘sviluppo’ temporale che adesso noi, con la nostra coscienza limitata di viatori nel nostro pellegrinaggio terreno, percepiamo scorrere istante per istante. Cioè se rappresentiamo l’Universo ad un dato istante di tempo con un ‘fotogramma’, il film completo della vita dell’Universo (film-Universo), dalla sua nascita alla sua morte, sarebbe li davanti a Dio, con il suo contenuto che per noi è fatto di passato, presente e futuro.
Come si spiegherebbe allora la Creazione, che sembra essersi sviluppata in diverse epoche e che farebbe assumere a Dio la funzione, per dirla con alcuni, di ‘tappabuchi’ e continuo ‘correttore’  nel corso del tempo?
Avendo il ‘tempo’ tutto davanti a Se, così come la Sua potenza creatrice  ha scelto posti differenti per sistemare specie differenti, Dio ha anche deciso una sistemazione temporale diversa per le sue diverse creature.
Ogni scelta divina, pur fatta in ben un determinato spazio-tempo, si è propagata su tutto l’Universo passato, presente e futuro, (Dio non teme il paradosso della nonna (6) ), perché Dio, avendo davanti a Sé l’Universo nel suo completo sviluppo temporale, può assistere al cambiamento ‘immediato’ provocato dal Suo intervento su tutta la struttura spazio-temporale. Perciò Dio avrà ‘prima’ come ‘arato’ il terreno, cioè preparato l’ambiente, e poi inserito il regno vegetale e ‘dopo’ quello animale. Ovviamente i termini ‘prima’ e ‘dopo’ sono scritti perché noi possiamo capire solo un linguaggio temporale, ma d’altronde i risultati sperimentali sono inseriti nel tempo e quelli misuriamo…
Ecco perché la Genesi parlerebbe di sei giorni e sembrerebbe che ci sia un contrasto insanabile tra la finitezza temporale della Creazione (i sei giorni) di cui essa parla e la continuità nel tempo del processo di nascita di nuove specie, e microevoluzione all'interno dell stesse stesse, accertato invece dalle scienze sperimentali. Questi giorni sarebbero da intendersi dal punto di vista soprannaturale come atti completi (e finiti) della Divina volontà attuati dentro il film-Universo, mentre dal punto di vista umano sarebbero da interpretrare come un susseguirsi di eventi creativi in diverse epoche, come una manifestazione dell' intervento creativo istantaneo  perchè attuato al di là del  tempo, e di cui noi avvertiamo invece gli effetti in diverse ere,  in un tempo di milioni o miliardi di anni che si susseguono.
Inoltre Dio ha probabilmente agito fino ad un livello necessario e sufficiente, non oltre, e ciò per lasciare alle creature la possibilità, e perché no la gioia, di partecipare all’atto creativo, con la possibilità di evolversi e svilupparsi in maniera quanto più possibile indipendente da Lui, quando essa ha la possibilità di farlo, ma nel rispetto comunque dei vincoli  da Lui stabiliti (e questo almeno a livello di microevoluzione,  un tipo di trasformazione e differenziazione all'interno delle specie talmente palese e provata sperimentalmente che anche i più antievoluzionisti non possono negare).
E qui si inserisce il discorso cristiano sul peccato e sul fatto che gli esseri umani, presi da delirio di onnipotenza e di indipendenza, hanno ‘disobbedito’ alle leggi divine, naturali e morali, macchiando così se stessi e la creazione…
Proviamo a sintetizzare.
Il nostro Universo,  avrebbe perciò una struttura  ad almeno otto dimensioni e in esso la componente spazio-temporale a 4 dimensioni riguarderebbe la nostra vita ‘sensibile’ e materiale, mentre l’altra componente riguarderebbe vita ‘spirituale’. Normalmente non abbiamo accesso alla componente altra dello spazio-tempo, ad essa forse possiamo arrivare con l’immaginazione e il sentimento (e forse una parte del nostro cervello, quella della nostra vita ‘cosciente’  si trova a suo agio con la parte spazio-temporale, mentre l’altra, quella che riguarda l’incoscio e i sentimenti, spazierebbe con meno problemi nell’altra componente quadrimensionale). Però negli stati mistici si avrebbe accesso alle dimensioni tutte, e ciò renderebbe possibile anche visioni di ‘eventi’ distanti sia nello spazio che nel tempo, quindi anche nel passato o nel futuro.
Però ci sarebbe una ulteriore ‘dimensione’ che sovrasta quelle materiali e spirituali e sarebbe quella Divina. Una sovrastruttura ‘soprannaturale’ al di sopra di quella precedente che spiegherebbe l’azione totale e senza tempo di Dio in tutte le zone e le epoche dell’Universo. Un po’ come in una piramide: la base sarebbe l’Universo nel suo completo sviluppo spazio-temporale e il vertice Dio, e da lì si dipartirebbero i raggi della Sua Luce verso la base. Questi raggi sarebbero come dei canali di comunicazione (a cui potremmo avere accesso con meditazione e la preghiera?). Tramite questi,  in un atto ‘istantaneo’ della sua Divina volontà, nel suo ‘tempo’ senza ‘tempo’, Dio avrebbe attuato la Creazione e la manterrebbe nell'esistenza  tramite la sua ‘energia’ divina. Se per assurdo venissero tagliati i legami con Lui allora probabilmente l’Universo cesserebbe di esistere perché, essendo legato al suo Creatore in maniera imprescindibile, esso perderebbe il  sostegno materiale e spirituale su cui poggia e quindi, come in un tragico processo di Big-Bang a ritroso, sparirebbe forse nel nulla eterno da cui all'inizio del tempo era stato tratto.
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Note
(1) "Una cosa però non dovete perdere di vista, carissimi: davanti al Signore un giorno è come mille anni e mille anni come un giorno solo" (Pt 3,8)
(2)  Gould e Eldredge – Gli equilibri punteggiati: un’alternativa al gradualismo filetico – in ‘Strutture del tempo’ Hopeful Monster ed. Firenze 1991.
(3) Gould e Eldredge  op. cit.  pag.221.
(4) Quindi secondo questa ipotesi  al vecchio dilemma ‘è nato prima l’uovo o la gallina ?’  si deve rispondere correttamente con 'prima è nato l’uovo'.
Ecco la creazione di Adamo secondo la spiegazione di Don Bertoluzzi:
Circa 50 milioni di anni fa Dio scelse una femmina che chiama ‘ancestre’, quella che nella Genesi viene chiamata Eva, appartenente ad una razza già esistente (ma sconosciuta ), una femmina con 47 cromosomi anziché i 48 tipici della sua specie o i 46 della specie umana. In questa femmina che Lui chiama ‘testa di ponte’ o anche ‘madre di tutti i viventi’ Dio creò due gameti della nuova specie umana, uno maschile e uno femminile: così nacque Adamo. Quando Adamo crebbe e arrivò alla maturità sessuale, Dio lo fece addormentare accanto alla femmina ‘madre’ ancestre (sua parente solo putativa, non genetica) e servendosi del suo seme fecondò il gamete femminile che nel frattempo aveva di nuovo creato dentro la femmina ‘ancestre’: nacque così la Donna che diventerà sua sposa legittima. Quindi il vero significato delle parole ‘Dio si servì della costola di Adamo per formare la Donna’ sarebbe che Dio fece avere un rapporto sessuale inconsapevole ad Adamo, che quindi utilizzò il suo membro maschile (ecco il vero significato del termine biblico ‘costola’, come si può vedere anche spiegato in questa pagina) per fecondare la femmina ‘ancestre’ e così far nascere la Donna, cioè la femmina della nuova specie con 46 cromosomi come lui. Dio avendo creato così la razza umana perfetta a sua immagine e somiglianza sperava che essa si moltiplicasse abitando la terra… Ma questo doveva succedere non appena la Donna fosse arrivata alla maturità sessuale. Però c’era nel frattempo un pericolo: Adamo non doveva accoppiarsi con la femmina ancestre ‘testa di ponte’ (la cosiddetta Eva) perché, senza la creazione ex novo da parte di Dio di un gamete femminile ‘umano’ dentro di essa, questa avrebbe messo a disposizione il suo gamete femminile ‘ancestre’ che fecondato da Adamo col seme umano (gamete maschile), avrebbe generato (come in realtà poi avvenne ) un essere ‘ibrido’. Per cui Dio proibì espressamente ad Adamo di accoppiarsi con la femmina ‘ancestre’ di 47 cromosomi, che forse aveva anche un aspetto simile ma non uguale a quello umano, e tale femmina, che sarà poi capostipite della razza umana decaduta, viene indicata nella Genesi come ‘albero selvatico del bene e del male’. Allora il peccato originale è consistito nella disobbedienza di Adamo che si volle accoppiare, facendo a meno di Dio e quindi disubbidendolo, con questa donna ‘ancestre’, rendendola così non più solo ‘testa di ponte’ ma vero ‘ponte’ tra la razza umana e quella ancestre. Infatti essa generò un ibrido: Caino. E questo fatto compromise la discendenza ‘umana’,  indebolendola anche contro le malattie,  perché, derivando da Caino, con la trasmissione genetica  portò con se  indelebile una ‘tara ancestre’. Abele invece, che nacque dopo, fu figlio di Adamo e della Donna, vera moglie, quindi di razza umana pura, esente da contaminazione, ma venne ucciso, come sappiamo, da Caino. Allora la chiave del mistero è Caino. Questi, scacciato da Adamo dopo il fratricidio, incontrò la femmina ancestre (sua madre) già resa ‘ponte’ da Adamo e accoppiandosi con essa generò degli esseri ibridi, da cui con diverse ‘purificazioni’ genetiche nel corso di milioni di anni (forse quella che gli studiosi chiamano ‘evoluzione’ che dagli umanoidi ha portato all’uomo attuale) siamo derivati noi esseri umani moderni. Quindi Dio ha creato l’uomo  perfetto perchè a sua immagine e somiglianza, ma è stato Adamo che con la sua disobbedienza ha contaminato la razza umana, essa infatti ha così avuto come una involuzione. Da questa ‘caduta’ essa si è purificata con un lento processo ‘evolutivo’ (evidentemente pilotato da Dio) durato milioni di anni, per arrivare sino all’essere umano attuale.
(5) una presentazione matematica semplice, per chi vuole saperne di più,  si trova in questo articolo in inglese reperibile in rete
(6) secondo questo paradosso, se uno potesse influire nel passato, potrebbe uccidere la propria nonna quando ancora era giovane e non sposata, e ciò comporterebbe che lui esisterà senza che  siano esistiti  i suoi genitori...


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