La scuola infanzia italiana che trova uno dei suoi più conosciuti esempi in Emilia, la scuola delle autonomie come mi piace definirla, perché per tantissimi bambini è il primo passo fuori dalla famiglia, il primo vero avvicinamento ad un apprendimento formalizzato sotto forma di gioco è il ramo secco dal quale tagliare e non si vede altrimenti altra soluzione, se si afferma che gli altri ordini di scuola rimangono quantitativamente uguali. Viene indicata una seconda ipotesi, la quale rivoluzionerebbe completamente l'attuale assetto scolastico dalla Primaria alla Secondaria Superiore la divisione della formazione in due blocchi di cinque anni più un biennio propedeutico all'accesso universitario. Ipotesi che non ha nessuna possibilità attuale di percorribilità, perché introdurrebbe tali e tanti rivolgimenti da scatenare un putiferio, anche perché ancora si aspetta un riordino della scuola Media che appare il vero ramo intoccabile, passata indenne sotto una serie incredibile di Ministri.
A questo punto della storia è normale porsi una domanda, da insegnanti, ma soprattutto da genitori cosa serve terminare la formazione un anno in anticipo, perché se si termina a diciotto anni va da sé che anche l'università finirà prima almeno per coloro che termineranno nei tempi, con l'attuale mercato del lavoro? Cosa serve bruciare un anno di scuola Infanzia, imporre ritmi generalizzati, considerato che per chi vuole è già possibile un ingresso alla scuola Primaria a cinque anni, così come a suo tempo esistevano le Primine?
© Crescere Creativamente consulta i Credits o contatta l'autrice.