Magazine Diario personale

Direttamente dal Festival di Venezia 2011 - Kotoko

Da Pkiara

E' stato l'anno delle madri difficili e in difficoltà alla Mostra d'Arte Cinematografica veneziana. L'ultima volta che c'ero stata, era l'anno della tematica lgbt, il 2011 ha fatto spazio, invece, alla sincerità sul lato oscuro dell'essere madre. Dal film della Comencini"Quando la notte" a Maternity Blues, passando per un film polacco dal veloce titolo "Ki".

Ed è proprio su questo tema che si incentra anche il primo dei due film che ho visto (l'altro è, appunto, Ki): Kotoko (sezione Orizzonti) di Shinya Tsukamoto, presente in sala. Tsukamoto è anche interprete insieme alla popstar giapponese Cocco. Cocco, che interpreta Kotoko, è una giovane madre single che - a causa di una malattia psichiatrica - vede gli altri sdoppiati in due: una parte impersona la bontà, l'altra la cattiveria. Nella vita reale, la bontà prevale sempre, ma lei non può fare a meno di avere paura e difendersi. Un mondo così costellato di problemi, violenze, difficoltà, sdoppiamenti di personalità, la porterà a valutare il suo rapporto con il bambino: ha senso crescerlo in questo mondo? Può crescerlo senza metterlo in pericolo? 

Il film dura 91 minuti. Per 85 rischi di pensare che è la più grande cavolata che tu abbia mai visto. Ma se riesci ad arrivare fino alla fine ( e in sala non tutti ce l'hanno fatta), ti accorgi che è un film geniale. E anche commovente. Perché le storie di mamme (e figli) ci toccano tutti, che lo si voglia o no.


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