“Ho consultato una versione dello Statuto di Scs che non era l’ultima – sostiene il sindaco Stefania Bonaldi – era compito del segretario comunale darmi la versione più aggiornata. Io di professione potrei anche fare il salumiere, anche se a te può non piacere l’esempio (proprio com’è capitato a Bologna qualche anno fa, ndr, con il macellaio Giorgio Guazzaloca): devo essere messa nella condizione di lavorare lo stesso: dovere del segretario comunale. Alla gogna l’errore segretario dici tu? Forse si poteva organizzare diversamente il comunicato ma il dato è quello”. E il sindaco ha ripescato l’assessore Claudio Bettinelli: “Che aveva partecipato al bando. Non lo avevo scelto, ma non era il caso di rifare il bando: quindi ho scelto lui. Nulla di male, ha il curriculum in regola. E Sel, ai margini della maggioranza come scrivi tu, non ha proposto nessuno”.
Ma chi può o deve proporre chi? Attorno al Comune alcuni maliziosi, o meglio attenti osservatori, notano che si sono presentate alle elezioni liste che non hanno avuto assessori… Perché? Sel però non sta candidando proprio nessuno, lo conferma il sindaco, e pensa al programma.
Ma quell’esempio così vicino a Guazzaloca, il sindaco che fece colpo per l’indipendenza dai partiti, che pur lo sostenevano? E’ un lapsus freudiano del primo sindaco donna, circondata dai soliti uomini invadenti e affamati di protagonismo immeritato? (Alloni dovrebbe diventare assessore regionale, non c’è discussione su di lui).
Il sindaco Stefania Bonaldi (foto del profilo Facebook)
Intanto Stefania Bonaldi tocca, a quanto pare, una soglia di popolarità forse mai raggiunta da un sindaco di Crema. E’ sorretta da un rapporto diretto e di fiducia da parte dei cittadini; i suoi consensi arrivano anche a Cremona, si fanno sentire in un circondario vasto, si parla nel Pd di “modello Crema” esportabile o adattabile. E’ l’effetto del nuovo stile di leadership che Stefania Bonaldi ha saputo lanciare: chiara, efficace, rapida, sicura di sé, lucida. Una capacità di comando, pur in un lavoro di gruppo (un consigliere regionale forte come Agostino Alloni può contare poco, vista l’esperienza e il gran numero di preferenze ottenuto alle regionali? E Matteo Piloni resta in ombra?), che punta non sull’imposizione ma sulla chiarezza e le motivazioni delle scelte, per quanto si possa sbagliare. E i problemi non mancano affatto. Capacità di ascoltare e semplicità del sindaco però sorprendono di questi tempi, in cui la classe dirigente sembra così poco attenta ai cittadini.
Il presidente dell’azienda farmaceutica? Altro riciclato, dicono i malvagi, ma “si sapeva”. Crema diventa decisamente cattolica, per quanto dilaghi il Pd, con iscritti o candidati: tuttavia non si può parlare di Comune genuflesso.
Ma Sel e il carattere così laico delle sue proposte, peraltro parte del programma? La sala del commiato? Le unioni civili anche tra omosessuali? Il registro delle coppie di fatto è solo un primo passo. Occorre molto più di più, anche perché non ci sono soldi in gioco o una competizione tra modelli di famiglia diversi. Si parla solo del riconoscimento di alcuni diritti, che sono negati quasi solo in Italia, vecchia colonia vaticana.
Giuseppe Cattaneo, segretario comunale di Crema da un trentennio, ha raggiunto con la nuova amministrazione un’intesa che sembra la più serena: pensionamento nel giro di due o tre mesi e poi nuova nomina. Cattaneo è un emblema: ha attraversato le amministrazioni più diverse, dalla Dc, alla Lega, al centrosinistra, da Ceravolo a Bonaldi, un primato di longevità e stabilità. Persino controcorrente, considerato il valzer dei segretari comunali, una delle figure meno stabili che ci siano, basti pensare al burroscoso finale del mandato di Vincenzo Filippini presso il Comune di Cremona. C’è ancora un contenzioso aperto: l’ex segretario Filippini rivendica il pagamento di prestazioni che la giunta Perri invece non gli riconosce affatto.
Trent’anni al vertice del Comune: un potere d’influenza che potrebbe arrivare ovunque, se non altro per la considerazione legata alla longevità aziendale! Cattaneo poi è un nome non da poco a Crema. Cattaneo ma Archimede si chiamava il sindaco Cattaneo, in carica per tre mandati, dal ’63, dal ’64, sempre con la Dc, e poi dal ’70 al ’75 con un quadripartito: mancava il Pli.
E il dopo Cattaneo? Chi può sostenere un’eredità simile? Impossibile, se non con una contemporanea riorganizzazione. C’è fermento in Comune, molte cose potrebbero cambiare. Nuovo segretario, figure apicali che cambiano, ma anche posizioni organizzative frementi e chissà che altro si sommuove. Occorrerà necessariamente un lavoro di squadra che funzioni come un orologio.
Maurizio Redondi vedrà scadere il proprio mandato come consigliere della Bcc del Cremasco attorno a settembre: e resterà dirigente del settore Affari Istituzionali, ma non uomo Bcc. Altra questione che si risolve da sola. Il punto è che occorrerà ridurre sì le spese, considerati i tagli che attendono il Comune, ma garantire servizi ed anche efficienza, perché lo esige la stessa crisi economica.
Intanto ieri la giunta ha fatto partire il lavoro d’analisi delle sedi pubbliche assegnati alle associazioni, ad esempio. Il Comune non può più erogare contributi, solo dare la sede adatta al gruppo che la richiede, bilanciando esigenze delle associazioni e delle città. Inutile dare una grande sede in centro a un’associazione che organizza attività riservate a un ristretto circolo di seguaci.
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