Di Consiglia Grande. Google avrebbe ricevuto all’incirca 70mila richieste di rimozione di link dal web, tra cui seimila solo dall’Italia. Tutto questo per rivendicare il diritto all’oblio, a seguito della pronuncia della Corte di Giustizia Europea: il movente è partito da un cittadino spagnolo, ricorso al tribunale, per far togliere dal web i risultati riferenti alla sua persona.
Da questo momento sono state avanzate richieste di rimozione da parte di Francia, Regno Unito, Germania, Spagna e Italia.
Per effettuare la richiesta è necessario dimostrare la propria identità, con apposito modulo. Bisogna altresì avvalersi di una copia di un documento di identità, correlato da apposita foto.
A questo punto a Google spetta il compito di valutare ogni singola richiesta: lo scopo sarebbe quello di bilanciare il diritto sulla privacy della persona con quello di conoscere e distribuire informazioni. Per cui al termine di questo processo, non di certo tutte le richieste saranno accettate.
Google precisa: Durante la valutazione della richiesta stabiliremo se i risultati includono informazioni obsolete sull’utente e se le informazioni sono di interesse pubblico, ad esempio se riguardano frodi finanziarie, negligenza professionale, condanne penali o la condotta pubblica di funzionari statali.
Ma, com’è naturale aspettarsi, la maggior parte delle richieste di rimozione proviene proprio da politici, aziende, condannati, titolari di ristoranti che chiedono la cancellazione di recensioni negative.
Se d’altronde il problema non è trattato accuratamente, di modo che il bilanciamento susseguente potrebbe non esser equo, ne deriverebbe una stucchevole lesione al diritto di informazione.