Abbiamo intervistato Annamaria Addante (http://www.abitarearoma.net/addante/), personalità impegnata nelle pari opportunità e nelle questioni che riguardano l’emergenza abitativa in Italia, in particolare nel Lazio.
(Qui l’articolo di Allocco sulla tematica: leggi l’articolo)
Ecco l’intervista che la sig.ra Addante ha rilasciato per Allocco sull’emergenza abitativa
Chi ha diritto a un alloggio popolare?
Hanno diritto ad un alloggio popolare tutte quelle persone che non sono in condizione di poter affrontare un affitto del libero mercato, e che non superino il reddito previsto dalla legge 12/99, che prevede un reddito lordo di 18mila euro, ma a mio avviso dovrebbe essere rivisto, aggiungendo l’aumento ISTAT dal 1999 ad oggi.
Si avverte una crescita delle occupazioni abusive…
La crescita delle occupazioni abusive oggi è bloccata dalla legge LUPI, ma la maggior parte delle occupazioni ritenute abusive sono figli o nipoti o parenti del legittimo assegnatario che con la legge 33/87 avevano diritto di rimanere e con la legge 12/99 non più.
Non di rado balzano alla cronaca casi di alloggi popolari assegnati a persone che evidentemente non ne hanno diritto, a volte benestanti: da dove viene il problema e come risolverlo?
I fatti di cronaca di coloro che hanno una casa popolare e non ne avrebbero diritto non sono esatti in quanto la legge regionale 27/2006 consente di rimanere nell’alloggio anche a coloro che superano il reddito di decadenza. Inoltre tale problema scaturisce dal fatto che questi immobili facevano parte dei piani vendita delle leggi 513/77-42/91-560/93 che l’Ater non riesce o non vuole vendere e ne ha venduti neanche la metà a macchia di leopardo creando tante illegalità e ingiustizie e violazione dei diritti acquisiti.
I tempi di attesa quando si presenta una domanda per un alloggio popolare sono molto lunghi: si può fare qualcosa al riguardo?
I tempi di attesa per una casa popolare sono biblici, perché non ci sono case, basti pensare che l’ultimo piano di edilizia residenziale pubblica risale agli anni 60 fatto da Fanfani. Se l’Ater avesse venduto tutti gli alloggi e avesse ricostruito oggi il problema non esisterebbe.
Secondo lei serve un intervento di tipo politico? Se sì, a che livello? Nazionale o locale?
Occorre che la politica torni ad occuparsi del problema Casa, la legge LUPI ci sta provando, ma con la modifica dell’art. quinto della Costituzione che ha dato tali poteri alle Regioni, potete vedere a che condizioni siamo: queste benedette Regioni sono delle macchine mangia soldi e basta.
Come risponde il mercato immobiliare alla crisi abitativa? Si ha quasi l’impressione che vi sia un allontanamento sempre maggiore dalle reali possibilità degli italiani…
Il mercato libero è inaccessibile, poi specialmente con la crisi in atto, infatti i costruttori hanno migliaia e migliaia di immobili sfitti e se la politica avesse i cosiddetti attributi farebbe un accordo di ferro con i costruttori, comprando, lo Stato o le Regioni, tali immobili dandoli a chi ne ha bisogno. Ci sarebbe un guadagno per entrambi e si risparmierebbero milioni (solo il Comune di Roma spende 40 all’anno) per i Residence.
Ha incontrato difficoltà nella sua battaglia per il diritto alla casa? Se sì, di che tipo?
Difficoltà molte, ma mentre con la 1 Repubblica vi era una classe politica per lo meno più preparata e molte cose si risolvevano, dopo abbiamo avuto una classe politica non solo poco capace, ma ricattata dalla burocrazia. Basti pensare che all’Ater di Roma a gestire gli alloggi sono sempre gli stessi dal 1992 a oggi.
Risposte invece positive dalle istituzioni?
L’unica risposta positiva avuta dalle istituzioni è stata quella di rimettere nel’ERP le case del Demanio che Storace aveva tolto perché le voleva vendere a libero mercato e di questo devo ringraziare soprattutto Il Presidente della com.ne Casa del consiglio regionale Enrico Panuzzi e l’assessore Fabio Refrigeri, ma dopo di che il nulla.
Le abitazioni popolari sono troppo volte abbandonate a se stesse; se si verificassero situazioni del genere all’interno di un ospedale, questo certamente farebbe scandalo. Pare quasi che il diritto alla casa non venga considerato al pari del diritto alla salute…
Perfetta domanda, perché? Perché dagli anni 70 in poi la casa è stata considerata uno strumento di affari e di arricchimento da parte di una certa sinistra che con la scusa che la casa era un diritto tutti dovevano averla e nessuno doveva pagarla, inoltre sono stati sempre contrari alle vendite e hanno sempre favorito le occupazioni sia singole che di massa e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Anzi, io ho un dubbio: che il PD ormai da svariati anni ha lasciato in mano a SEL e Rifondazione la gestione del problema casa e il PD ha puntato tutto sulla sanità, questa è la mia impressione, ma neanche tanto perché il PD non ha più al suo interno un responsabile della casa che invece una volta aveva, perché?
Perché vi sono così tanti alloggi popolari non utilizzati o abbandonati? Quelli che poi, non di rado, vengono occupati abusivamente…
Perché l’ATER non controlla e perché prima della legge LUPI vi era anche una complicità di alcuni, all’interno dell’Ater stessa per far occupare gli alloggi.
Vuole dire qualcosa a chi è in difficoltà con la casa?
Oggi chi è in difficoltà per la casa può solo sperare che lo Stato e le Regioni si sveglino e inizino ad occuparsi seriamente del problema altrimenti non c’è futuro, perché la politica portata avanti fino ad oggi sempre da parte di una certa sinistra è stata quella di buttare fuori chi guadagnava di più, ma poi non ci sono riusciti perché la legge regionale 27/06 li ha stoppati, e di far entrare chi stava peggio, non riflettendo che in questo modo coloro che avevano un po’ migliorato il loro tenore di vita, in questo modo ridiventavano poveri, ma una certa sinistra non vuole che la gente progredisca realmente altrimenti loro non avrebbero ragione di esistere.
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