Pare che Nietzsche abbia detto che, senza la musica, la vita sarebbe un errore. Forse oggi direbbe che, senza usarlo al pieno delle sue potenzialità per ascoltare e conoscere nuova musica, internet sarebbe un errore. Con buona pace sua, e di tutti coloro che la pensano così, è arrivato da pochissimo un nuovo servizio musicale: Apple Music. Più del vecchio iTunes, più del fedelissimo Spotify, più dell'altrettanto fedele ma meno noto Deezer, Apple music combina download, streaming, radio e un pizzico di social, che non guasta mai. La stazione radio, Beats 1, trasmette da New York, Los Angeles e Londra per 24 ore al giorno, con speaker "mica-pizza-e-fichi" tipo Dr. Dre, St. Vincent, Josh Homme dei Queens of the Stone Age, Elton John, e Pharrell. La parte social è invece costituita da Connect, dove gli artisti hanno i loro profili e la possibilità di caricare contenuti e interagire con i fan. Dalla mia descrizione così accurata avrete senz'altro evinto, cari lettori, che per il momento non ci ho capito granché (un po' meno di quanto – finalmente – abbia capito il fuorigioco, ma più di quanto abbia capito l'umano istinto di mettersi in coda in aeroporto due ore prima dell'apertura del gate); comunque riesco a scorgere nel mezzo grandi potenzialità, come quasi tutto ciò che ci offre "'sto famoso internet". Per i primi tre mesi, potremo usarlo gratuitamente, poi chi non potrà più farne a meno sborserà felicemente una manciata di euro al mese per continuare a usufruirne. Tempo per capirne di più ce n'è, insomma: in mia difesa, vostro onore, dico che è disponibile davvero da pochi giorni. La parte difficile, adesso, è scegliere un solo disco parlante tra le migliaia che si possono ascoltare su Apple Music. Nel dubbio, si torna all'inizio di giugno, quando il servizio è stato presentato al mondo, e – alla fine della presentazione – si è esibito The Weeknd con "I can't fez my face".
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