Anche la musica è poesia, ma davvero è impossibile scegliere una sola canzone come rappresentante della poesia: finiremmo col discuterne per dieci anni, e invece è sabato e dovremmo goderci il weekend. Noteremo, invece, che ieri era la Giornata Internazionale della Felicità (così ha stabilito l'ONU nel 2012), ed è una deliziosa coincidenza che la poesia e la felicità siano celebrate in due giorni vicini. La poesia, infatti, è spesso una cura, e si "assume" proprio come si fa coi farmaci: quando stai male, ne prendi un po'. Non si compera una scatola di aspirine per poi prenderle tutte assieme, giusto? Si aspetta il momento, e se ne prende una per sentirsi meglio. Gli effetti collaterali della poesia – le scosse emotive – sono in genere assai più gestibili, fortunatamente, di quelli arrecati dai farmaci. Le Nazioni Unite consigliano, per la Giornata Internazionale della Felicità, di compiere azioni che possano rendere felici anche gli altri. È un consiglio da tenere a mente anche per il resto dell'anno, e non sarebbe male – nella Giornata Mondiale della Poesia – rendere felice qualcuno regalandogli dei versi scelti (o – se avete il dono di poterlo fare – scritti) con cura. P.S. Un disco, alla fine, ovviamente c'è. È degli Smiths: Morrissey, a spasso in un cimitero, mette in competizione Keats, Yates, e "weird lover" Wilde; cita Shakespeare, calcando un verso del Riccardo Terzo, "The early village cock/ Hath twice done salutation to the morn", che nella canzone diventa "'ere thrice the sun done salutation to the dawn". Insomma, in "Cemetry Gates" (sì, un titolo con tanto di refuso, anzi, di licenza poetica) Morrissey si diverte parecchio con la poesia. Non c'è pericolo di overdose.


