Non sarà forse la notizia della settimana, nel senso che sono certa che al mondo siano successe cose più importanti, ma il sabato impone un pizzico di frivolezza, dunque mi concentrerò sul “bendgate”. Ormai si usa il suffisso “gate” (a torto, ma questa è un’altra storia) ogni volta che si parla di un “caso”, di uno “scandalo”, di qualcosa di eclatante e inatteso nascosto dietro grandi eventi o notizie. Il “bendgate”, dunque, altro non è che l’affaire che ruota attorno al fatto che il nuovo, scintillante, costoso, super iPhone, si piegherebbe.
“Il popolo del web” ha immediatamente messo da parte i gattini e si è dedicato a studî e meme sull’argomento. Grazie, internet.
Ma anche le altre aziende (tra cui alcune concorrenti della Apple, come Samsung) si sono divertite a far leva – per usare una metafora in tema – sulla faccenda per elaborare nuove campagne flash, ironiche e d’impatto.
Ma veniamo alla musica. O meglio, all’uomo del giorno. O meglio, all’uomo che compone, registra e carica online una canzone al giorno: si chiama Jonathan Mann e non poteva non dedicare una canzone a un argomento che è diventato spunto di conversazione anche per chi non sa nemmeno come sia fatto un iPhone. La canzone parla più che altro dei problemi causati dall’installazione del nuovo sistema operativo, ma vale la pena ascoltarlo comunque e dare un’occhiata al suo canale: tra oltre duemila brani, troverete sicuramente anche qualcosa che fa al caso vostro.
Invece è la musica del passato a darci una vera risposta al mistero dietro lo scandalo di un telefono da centinaia di euro che si piega. “Se volevo un telefono che si piega, spendevo trentamila lire e mi prendevo uno Startac!”… ma ve lo ricordate, lo Startac? Ci sembrava fosse una cosa fighissima, super tecnologica: un telefono senza fili, che per giunta si piega in due! E ora, invece? Il telefono si piega e diamo di matto: che ingrati, così facilmente dimentichi del nostro passato.
Dicevo, cari lettori, la musica del passato. Siamo a metà degli anni Ottanta, i cellulari sono ancora enormi e per pochi, pochissimi, ma il video di “Close to me” mostra in che modo si può finire col piegare il proprio iPhone. Non lo vendono già piegato, non si piega guardandolo intensamente, né se accidentalmente ci poggiate sopra una matita. Come ogni oggetto sottile, si piega facendo un po’ di forza, con gesti poco attenti che non si addicono a un oggetto così costoso e che dunque si presume uno non faccia.
Ad esempio, se vi infilate coi vostri amici in un armadio per suonare e cantare “Close to me”, e poi – sempre rimanendo nell’armadio – vi gettate da una scogliera, beh, ecco, penso che allora sì, il vostro telefono potrebbe danneggiarsi.
Dunque, ecco il video, e “do not try this at home”, almeno non con lo smartphone in tasca.