7 gennaio 2014 • Primo Piano, Vetrina Cinema, Videos •
il giudizio di Antonio GentileSummary:
Come è cambiata la nostra percezione nei rapporti sociali attraverso le connessioni in rete? A rispondere a questa e ad altre domande ci prova Henry Alex Rubin (candidato all’Oscar nel 2005 con “Murderball”) con “Disconnect” il suo film prodotto nel 2012, che tratta un argomento poco consueto e poco utilizzato dalla cinematografia mondiale: i pericoli in rete. Oggi tutti sono sempre connessi e le insidie nascoste attraverso i social network possono determinare innumerevoli rischi attraverso un utilizzo sconsiderato di Internet. Rubin dirige in modo sorprendente il suo nuovo thriller/drammatico d’azione, interamente girato nelle periferie di New York, dimostrando una spiccata vena pionieristica cinematografica per il mondo virtuale e per le sue conseguenze sul piano reale, proponendo al pubblico mondiale una trilogia d’azione e di suspense di grande emozione e di forte impatto emotivo.
La trama, abilmente costruita, è tratta da una sceneggiatura di Andrew Stern e ci immerge in un universo virtuale in perenne conflitto con la realtà sempre più condizionata dalle forti sensazioni ed emozioni trasmesse dai social network; sono tre episodi per tre realtà diverse, simili nella sostanza, attraverso le quali la rete è il filo conduttore dei nuovi rapporti umani :
disconnect
1) Due ragazzi, Jason (Colin Ford) e Frye (Aviad Bernstein), assumono la falsa identità di Jessica Rhony su un social network giocando con i sentimenti di un loro coetaneo Ben Boyd (Jonah Bobo), figlio di Rich (Jason Bateman), un consulente legale di un’emittente televisiva in cui lavora Nina (Andrea Riseborough), ma lo scherzo di cattivo gusto assumerà i toni di un cyberbullismo perverso. I due amici inducono Ben a spogliarsi davanti ad una webcam per poi distribuire le sue foto ai compagni di classe con drammatiche conseguenze. L’impatto psicologico violento subito da Ben sarà la conseguenza del suo ricovero ospedaliero e il padre Rich decide di indagare utilizzando lo stesso sistema informatico per trovare gli artefici del cinico scherzo e comprendere il loro cattivo modo di comunicare emozioni. Allo stesso modo, parallelamente, agirà il padre di Jason, Mike (Frank Grillo) un detective privato, che così entra a conoscenza del mondo insidioso e chiuso in cui vive il figlio.
2) Nina è una giornalista ambiziosa e intraprendente di un’emittente televisiva alla ricerca di uno scoop sensazionalistico ed a accendere il suo interesse è il mondo virtuale delle chat erotiche. Dopo una occasionale conversazione on-line con un under 18, Kyle (Max Thieriot), Nina cerca in ogni modo di intervistarlo per far luce sull’illecito mercato virtuale delle ragazzine, garantendogli però l’anonimato, ma manterrà fede alla sua promessa?
3) Una giovane coppia in crisi, Derek (Alexander Skarsgard) e Cindy (Paula Patton), dopo la perdita del loro bambino, attraversano un periodo travagliato cercando il conforto nei social network. Cindy trascorre le sue giornate davanti al Pc richiamando l’attenzione di uno sconosciuto Stephen Schumacher (Michael Nyqvist), che si rivela un uomo pericoloso dalle cattive intenzioni, pronto a carpire qualsiasi dettaglio segreto su di lei per truffarla e ricattarla. Derek, invece, è totalmente assorbito dal video poker on-line accumulando enormi debiti. I coniugi in una situazione di totale pericolo si affideranno a Mike (Frank Grillo), che condurrà un’indagine accurata sul caso. Un incredibile finale carico di tensione ci terrà con il fiato sospeso.
Rubin si avvale di un’ottima sceneggiatura e di un cast di altissimo livello interpretativo nel ricostruire i tre episodi intrecciati tra loro evidenziando gli effetti negativi delle tecnologie moderne sulle persone che si ritrovano a vivere condizioni sociali difficili tendenti all’isolamento. Il messaggio del regista è una riflessione su come prendere le distanze dalle falsi illusioni virtuali della rete. Ciò che viene percepito attraverso una chat on-line non è la realtà ma una percezione illusoria dove ognuno può dare l’immagine irreale che meglio crede. L’incipt del regista nasce dall’idea non di demonizzarla ma di utilizzarla in modo ragguardevole facendo attenzione alle insidie nascoste pronte a colpire i soggetti più vulnerabili.
“Disconnect” una produzione della “LD Entertainment” presentato alla “69 Mostra d’Arte Cinematografica di Venezia” e al “Festival di Toronto” 2012, sarà distribuito dalla “Filmauro” in Italia il 9 Gennaio 2014. Oggi che siamo sempre connessi ci sentiamo più lontani che mai.
di Antonio Gentile per Oggialcinema.net
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