1- calzolaio creativo
Succede che io possiedo una serie di stivali con tacco comprati tra il 2005 e il 2007. Hanno tutti qualche cosa che non va: poco comodi, in parte rovinati, leggermente larghi sul polpaccio, punta un po' demodè. Di essi non riesco a liberarmi per ovvie ragioni. Emotive? Spirituali? Ecologiche? No, amici, economiche. Mi dà molto fastidio l'idea di aver speso del denaro tintinnante che non solo se ne andrà definitivamente insieme ad essi, ma che dovrò anche investire per comprarne di nuovi. Anzi, siccome sono diventata più esigente rispetto a qualche tempo fa e il costo della vita si è adeguato all'inflazione, dovrà spenderne ben di più. Infine, giacchè sono invecchiata, non potrò nemmeno farmi abbindolare da scarpe belle-ma-scomode e mi toccherà girare come una trottola per la città alla ricerca di un paio di scarpe che mi facciano stare bene senza sembrare calzature ortopediche. Mentre queste e altre riflessioni si affollavano nella mia mente, peraltro già ingombra di pensieri angoscianti per sua natura, sono passata dal calzolaio dal quale mi servivo quando vivevo in via Magenta. Insomma, sono partita da questi stivali che avevano 1 solo difetto, ovvero non essere abbastanza alti: mi arrivavano qualche cm sotto al ginocchio, la lunghezza perfetta per donarmi 4 kg e intozzire la mia figura già di per sé non longilinea. Ha eliminato la serie di borchie con un taglio netto, mi ha passato un prodotto professionale lucidante e ringiovanente, ed ecco come risultato un paio di inediti ankle boots nuovi di pacca.
2- mix cereali&legumi Pedon
Tra i buoni propositi di settembre, c'era sostituire la carne con piatti unici vegetariani. Siccome non è stagione di legumi freschi, mi spesso ho acquistato dei mix di legumi secchi che richiedono almeno 1 ora di cottura. Peggio ancora nel caso in cui ci siano dei legumi a diametro grande (ceci, fagioli, cicerchia) che richiedono ammollo, quindi organizzazione, e che comunque non amo tantissimo. Per tagliare la testa al toro, mi sono buttata sui Salvaminuti Pedon che conoscevo già perché, nel mio precedente posto di lavoro, avevo gestito il lancio di una linea analoga sempre prodotta dalla stessa azienda. In sostanza sono dei mix di cereali e legumi piccoli precotti. Io lo so che "precotto" evoca subito (oltre alla fermata della metro rossa di MI) le zuppe in lattina dei single depressi, ma in questo caso non potremmo essere più lontani da quello stereotipo: è una precottura con aria calda che li restituisce secchi, bellissimi da vedere, colorati. E soprattutto, pronti in 10-12 minuti: si possono bollire e scolare tipo riso o cucinare tipo risotto o ancora sobbollire tipo zuppa (ragion per cui, mi pare nel 2010, Pedon ha vinto il Trend&Innovation Awards al Sial di Parigi, che è praticamente il Salone del Mobile dell'alimentare). Ecco la procedura collaudata per fare 3 porzioni di zuppa vegetariana in soli 20 minuti e con quello che si ha in casa:
- preparare 800 ml di brodo vegetale. Io sono pigra e uso un cucchiaio di brodo granulare (biologico, senza glutammato e tutte le menate varie), se siete bravi fatelo con sedano e carota.
- soffriggere in 2 cucchiai d'olio uno scalogno (o, se siete pigri come me, un cucchiaio di cipolla surgelata)
- affettare e aggiungere gli ingredienti caratterizzanti. Scegliete quelli che appassiscono facilmente: ad esempio, 5 foglie di costina e 3 foglie di cavolo rosso, oppure 10 foglie di spinaci e 1 funghetto champignon, 5 foglie di radicchio e 3 di verza (le verdure colorate sono belle perché tingono il brodo)
- una volta che gli ingredienti caratterizzanti sono ben appassiti, aggiungere il mix di cereali&legumi, coprire con tutto il brodo e cuocere per 12 minuti.
- insaporire con un rametto di rosmarino o 3 foglie di salvia (tutte erbe aromatiche che io tengo nel congelatore). Se per caso la zuppa vi sembra insipida o pallida, potete aggiungere 1 cucchiaio di salsa di soia che la colorerà e la insaporirà.
Ovviamente, se l'obiettivo è la brevità, restano fuori le verdure carnose che richiedono una cottura più lunga: le carote, le patate, le rape, i peperoni, gli zucchini. Se avete tempo, vanno benissimo anche quelle. Vi anticipo che la cottura è per sua natura così breve che non si riesce a creare il legame "cremoso" tipico delle zuppe tradizionali, costituito dal legume che a contatto con l'acqua si sfalda e crea un'emulsione. In questo caso, la base è più brodosa, per intenderci simile a quella di una zuppa orientale, tipo miso o ramen. Io i mix li ho provati tutti: l'unico che vi sconsiglio per le zuppe è Quinoa&Bulgur perché è più buono scolato e condito. Qui un modo in cui l'ho cucinato questa estate, con sgombro, uvetta e pinoli. Costo rilevato presso Esselunga: tra 2 e 3 euro per 250g.
3 - libragas plus
Prevengo la vostra domanda: ma cereali e legumi in chicchi non fanno fare le puzzette? Allora, per la mia esperienza è sì, abbastanza. Più l'orzo del farro, più le lenticchie dei piselli. Dopodiché, mangiandone una porzione normale non si verificherà certo una nuova Hiroshima per colpa vostra. Nel caso in cui temeste il fenomeno, la soluzione è Libragas Plus. Che non è per me una scoperta perché è un prodotto al cui lancio ho lavorato nel 2013 quindi è sul mercato già da un po', ma ho pensato ugualmente di includerlo perché funziona bene, ha un ottimo sapore e costa pochissimo, specialmente se confrontato con i suoi diretti concorrenti a base di simeticone disponibili in farmacia. Il principio è semplice: da 1 a 3 bustine sciolte sulla lingua, all'occorrenza cioè in concomitanza col fenomeno di meteorismo che sta mettendo a dura prova il vostro matrimonio. Se vi interessa come funziona il simeticone: nel tratto intestinale ci sono tante bolle di gas il cui movimento genera appunto i dolori addominali tipici della flatulenza, ma l'amico simeticone aiuta queste bolle a rompersi e ricostituirne una sola che si fa strada e si elimina più velocemente. Siamo fatti così, siamo proprio fatti così, e scoprirlo puoi, esplorando il corpo umanooooooo.CIUWADI, CIUWADI, CIUWADI, CIUWADI, CIUWADI, CIUWADI, NAA... Costo rilevato: tra 6 e 7 euro per 20 bustine.
Alcuni di voi si chiederanno se i brand menzionati nel Discovery Channel Novembre, o in qualsiasi altra edizione passata e futura di questa rubrica, mi danno del denaro tintinnante per parlare positivamente di loro. La risposta è no. No perché sono post sì consumisti, ma anche spontanei. No perché se venissi pagata per recensire e raccomandare un prodotto o un servizio lo farei in maniera più creativa, approfondita e professionale (#ilmioblogèdifferente)