Secondo quanto riportato nel servizio che racconta la storia di questa ragazza le sue disabilità intellettive sono l'epilessia e la dislessia. Questo il video e il testo del servizio:
"A vederla svolgere il suo lavoro part-time in questo negozio nel centro della Francia, è difficile immaginare che Alicia sia una sportiva che prenderà parte alle Paraolimpiadi di Londra. Epilessia e dislessia le hanno causato gravi difficoltà di apprendimento sin dalla prima infanzia. Ma questo non le ha impedito di competere a livello internazionale in piscina. A 22 anni è già stata campionessa di Francia e del mondo nei 50 metri rana tra gli atleti con disabilità intellettiva: categoria esclusa dai Giochi Paralimpici di Sydney 12 anni fa. Quest'anno, a Londra, la disciplina è stata riammessama solo per gli sportivi con un quoziente d'intelligenza sotto il 75. Alicia, che rientra in questo profilo, si allena duramente: semplicemente perché quando è in acqua, a lei della sua disabilità importa poco: "Tu non sei giudicato, sei te stessa. Non c'è differenza tra le persone non disabili e noi". Per il suo allenatore, Bernard, gli obiettivi sportivi devono essere bilanciati con l'organizzazione della sua vita quotidiana. "Quello che mi preoccupa è il dopo. Abbiamo bisogno di pianificare un ritorno alla vita quotidiana in modo da evitare un passaggio improvviso dal livello più alto a quello più basso della società". Fino ad allora, però, l'attenzione è tutta sulla qualificazione ai Giochi di Londra di settembre."
Ho evidenziato di rosso la frase "...ma solo per gli sportivi con un quoziente d'intelligenza sotto il 75. Alicia, che rientra in questo profilo..." perché è proprio qui che si crea quello che ho definito "lo strano caso di Alicia Mandin". Tutto, come ovvio, è incentrato sulla dislessia, fulcro delle argomentazioni di questo blog. Ebbene Alicia, sempre secondo questo servizio, è dislessica (tra l'altro durante l'orario di lavoro porta appeso al petto un cartellino con la scritta “Dyslexique” cioè dislessica). Allo stesso tempo, però, possono essere ammessi alle Paraolimpiadi categoria "disabilità intellettive" solo coloro che hanno un Q.I. inferiore a 75, e Alicia può parteciparvi perché il suo Q.I. rientra in questi parametri. Come è possibile? O meglio, come è possibile che una persona con un quoziente intellettivo di questo tipo sia stata diagnosticata dislessica? Esistono dei metodi diversi di valutazione in Francia? No, assolutamente. I criteri per la diagnosi di dislessia evolutiva sono precisi e sono stati stilati dall'organizzazione mondiale, e ripeto, mondiale, di sanità (Oms). Il primo di questi recita: il livello intellettivo del soggetto con disturbo di lettura deve essere nella norma (Q.I maggiore o uguale a 85). Se ci si attiene a queste indicazioni quindi la dislessia non è una disabilità intellettiva e, soprattutto, Alicia non può essere dislessica avendo un Q.I inferiore a 85. Dato la presenza di un errore così grave, ho cercato di capire se il testo del servizio fosse stato tradotto male. Sono andato, allora, in cerca di un articolo in lingua francese che parlasse di questa storia. Ne ho trovato uno suhandicap.fr. La sostanza però non sembra cambiare. Anche qui, infatti, è confermato che:
"Deux cents athlètes handicapés mentaux ou psychiques --ils doivent avoir un quotient intellectuel inférieur à 75" (Duecento atleti con disabilità intellettive e mentali - devono avere un Q.I. inferiore a 75). Nello stesso articolo, inoltre, si ribadisce ancora una volta che Alicia è una ragazza dislessica. Come può esserlo?
Ecco perché ritengo “strano” il caso di Alicia Madin, una dislessica che, dato il suo QI, non può esserlo affatto.
Non ho nulla nei confronti di Alicia, anzi le auguro di eccellere nella sua disciplina sportiva anche alle Paraolimpiadi di Londra e soprattutto di essere sempre felice nel corso della sua vita.
Quello che invece non deve passare e per cui dobbiamo batterci è che si continui a considerare i dislessici non intelligenti quando, invece, le loro qualità intellettive non solo sono nella norma o anche superiori, ma devono essere tali per arrivare ad una diagnosi. Con esempi come quello di Alicia si rischia di aggiungere ancora più confusione e disinformazione attorno alla dislessia e di penalizzare tutti i bambini e ragazzi dislessici alle prese con le difficoltà scolastiche.
Per fare luce sullo “strano caso di Alicia Madin”, quindi, servirebbe un’indagine più approfondita e il coinvolgimento di esperti del settore.
Per adesso, non potendo andare più a fondo, il caso resta "strano" così come lo si è definito in partenza.
Quel che è certo, però, è che, stando ai criteri dell’Oms, si può affermare con certezza che nessuno può essere diagnosticato dislessico se non possiede un quoziente intellettivo uguale o superiore a 85.
In parole povere: tutti i dislessici sono intelligenti!