a momenti me ne facevo scappare un'altra! mi dimentico sempre di guardare che mostre fanno presso gli Scavi Scaligeri di Verona, così ho scoperto che ce n'era una dedicata a Gordon Parks solo perchè una mia amica mi aveva chiesto se in giro ci fosse qualcosa di interessante da vedere. ho deciso di andare prima che chiudesse; ho fatto giusto una toccata e fuga che mi ha permesso di partire la mattina di ieri con comodo e di rientrare per cena. a Verona c'era un bel sole e più tedeschi che a Berlino; siccome sono arrivata che era quasi ora di pranzo, ho esordito ingozzandomi di kebab in modo da potermi poi godere la mostra senza soffrire per i morsi della fame. devo dire che anche questa serie di foto mi è piaciuta molto e sono stata quindi contenta di essere andata a vederla. siccome mi restava ancora un po' di tempo prima di tornare in stazione, ho gironzolato un po' per il centro, ho finito due rullini (uno sperimentale e uno vintage, che se è uscito qualcosa da entrambi è un miracolo) e ho scattato anche con il tablet, tanto per. mi sono anche presa un gianduiotto da passeggio nella solita gelateria, in modo da potermi godere il viaggio di ritorno senza soffrire per i morsi della fame XD
con tutto quello che è piovuto, credevo che nell'Adige ci fosse più acqua
un Dante pensieroso (forse si sta chiedendo anche lui
perchè a Verona ci sono più tedeschi che a Berlino)
mi piaceva la luce dorata di questo passaggio che portava a Piazza delle Erbe
Piazza delle Erbe, che sarebbe molto più bella senza le bancherelle dei souvenir!
dettaglio della parete dei cerotti, presso la casa di Giulietta
ero da poco salita sul treno del ritorno quando mi squilla il cellulare; è mio figlio maggiore che oggi doveva andare a Bologna a iscriversi all'università. il pirla mi informa che si trova a Rimini perchè è salito sul treno sbagliato (al ritorno, per fortuna) e che non sa come fare a tornare a casa perchè ha finito i soldi (quelli che gli erano rimasti dal pranzo, ha ben pensato di spenderseli tutti in un 33 giri degli Iron Maiden). gli suggerisco di tentare la sorte e prendere un altro treno senza biglietto, ma lui non vuole rischiare e vorrebbe che lo andassimo a recuperare in auto. figliolo, gli dico, sono a Verona e arrivo a casa per le 19.30, a meno che tu non voglia rientrare stanotte, la vedo brutta. si decide a chiamare il padre, con tutta la ramanzina che ne seguirà, e intanto non so se è il caso di nominarlo Guchi onorario oppure no; dopotutto io sul treno sbagliato non ci sono mai salita!