Disquisizioni pseudo-scientifiche sulle donne e l'amore

Potrei dividere le donne che ho incontrato nella mia vita in tre categorie. 1. Quelle che sono felici perché hanno un uomo accanto. 2. Quelle che sono infelici perché non hanno un uomo accanto o non sono soddisfatte dell'uomo che hanno. 3. Quelle che fanno finta di essere felici da sole.
Quelle della prima categoria e quelle della terza a loro modo hanno trovato un equilibrio. Per quanto instabile, sempre di equilibrio si tratta.
I problemi riguardano di solito le donne che appartengono alla seconda categoria. Ne parlo con cognizione di causa perché io ne sono stata un fiero rappresentate.
Ogni donna, prima di tutto, dovrebbe realizzarsi come individuo.
Dico dovrebbe perché non sempre questo accade. Ho visto amiche annullarsi completamente per un uomo senza pensare alla loro persona. E questo non è bello.
Tuttavia, nonostante il mio essere tutto sommato una persona indipendente, mi sono resa conto di essere una persona migliore da quando mi sento realizzata anche dal punto di vista affettivo.
Ma prima non era così. Prima vagavo da un uomo all'altro alla ricerca della perfezione totale e assoluta. Che non esiste. Ho messo in dubbio le mie storie perché incontravo qualcuno che mi faceva smuovere qualcosa all'interno. Non pensavo alla possibilità che fosse tutto un fuoco di paglia. Pensavo solo che se qualcun altro riusciva a darmi quelle sensazioni dovevo stare lui, abbandonando quello che avevo. 
Un cane che si morde la coda. Perché ci sarà sempre qualcuno che ci darà qualcosa che non abbiamo e non sarà invece in grado di darci qualcosa che già abbiamo.
I miei errori del passato, in campo sentimentale, sono nati spesso dal fatto che non ho ponderato bene, non ho valutato quello che stavo perdendo.
Ho un'amica che continua a cercare l'uomo perfetto andandosi a cacciare in situazioni complicate perché si fa trascinare da quella scintilla iniziale che poi si spegne e smette di abbagliarti e vedi solo la merda che c'è intorno.
Vorrei fare qualcosa per lei, perché è infelice. Perché non si può avere tutto, perché bisogna amare quello che si ha.
La vedo soffrire. Perché si rende conto di essere sola, perché non ha più la forza per vivere nella delusione, non ha più l'età giusta per vivere una storia d'amore con calma.
E ora fa finta di stare bene da sola, ma, dentro, soffre da morire. 
Ho scritto questo post perché sto cercando le parole giuste per parlare con lei, stasera, davanti ad un bicchiere di vino. Ho bisogno di mettere in ordine le idee e i pensieri. Perché sono ancora tanto confusa.
Quello che le dirò è che non sono mai stata una di quelle che facevano finta di avere raggiunto la perfezione nella solitudine, perché ho sempre saputo che non era così. 
Le dirò che la verità è che noi donne abbiamo bisogno di uomo. Dobbiamo solo ammetterlo, poi tutto diventa più semplice. Possiamo anche stare bene da sole, ma di sicuro con qualcuno accanto stiamo meglio.
Le dirò che non c'è niente di male nel non volersi accontentare ma che non si possono buttare storie di anni al vento solo perché qualcuno ci fa gli occhi dolci.
Le dirò che ho cominciato a sentirmi veramente bene quando ho capito di dovermi fermare. E ho deciso di fermarmi con tutta la paura e l'ansia che questo comporta. Ho deciso di fidarmi di una persona e non so cosa sarà.  So solo che si vive alla giornata.