Odio tutte le feste “commerciali” e gli obblighi che comportano. Tanto piu’ che molte ricorrenze religiose o pseudo tali altro non sono altro che l’adattamento di precedenti feste pagane. Natale ad esempio viene festeggiato nello stesso periodo dei Saturnalia quando, con modi alquanto lascivi, si celebrava il solstizio d’inverno.
In febbraio, il giorno 15, cadevano invece i Lupercalia, inizialmente nati per ricordare l’approdo di Romolo e Remo presso la grotta sulle rive del Tevere ed il successivo salvataggio ad opera della lupa, diventati successivamente una festa che esaltava e promuoveva la fertilita’.
Tra le tante usanze, oltre al sacrificio di capre con le cui pelli venivano rivestiti i “sacerdoti” di questo rito, o con le cui pelli tagliate a strisce detti “sacerdoti” giravano seminudi per la citta’ sferzando le donne che incontravano sul loro cammino, c’era pure la consuetudine di far estrarre casualmente da un bambino dei nomi da due differenti urne di adoratori del dio Lupercus, maschi e femmine, che dovevano accoppiarsi durante l’anno, il tutto per incrementare la fertilita’.
Troppo scandalosa questa usanza per i Padri della Chiesa, che sostituirono queste celebrazioni con il culto del santo Valentino, vescovo di Terni, decapitato alla veneranda età di 97 anni il giorno 14 febbraio del 273.
Una delle tante versioni per la quale è considerato il patrono degli innamorati, è che unì in matrimonio il centurione romano Sabino con Separia la quale, gravemente ammalata, morì poco dopo il battesimo dell’amato e le successive nozze, subito seguita dal fresco marito.
Beh, terminata la breve carrellata storica, un poco controvoglia andrò comunque a festeggiare…