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Disservizio pubblico

Creato il 08 marzo 2011 da Lucamangogna

Disservizio pubblico

Il problema del traffico, comune a tante grandi città, a Palermo raggiunge vette altissime, considerate anche le grandi differenze con città come Roma e Milano, per esempio, i cui hinterland e bacini d’utenza si installano su proporzioni vicine a dieci volte di più rispetto a quelli del capoluogo siculo.

Se si considera anche lo scarso livello di educazione che impera nelle strade italiane, dove pedoni e ciclisti rischiano la vita ogni giorno al pari di automobilisti e motociclisti, si constata ugualmente quanto sia bassa la qualità della vita e quanto stress porti una situazione del genere.

Ma il Comune di Palermo vede e provvede. Non contento di una situazione drammatica che riguarda il trasporto pubblico, fra una linea metropolitana che è da più di un anno ferma per lavori e una linea di trasporto di autobus che continua a peggiorare a vista d’occhio, ha varato un nuovo slogan che cambierà il corso della vita per chi si deve muovere e addentrare dentro la città: “Meno linee, più servizi”.

Questo slogan svela naturalmente il piano che il Comune ha stilato di concerto con l’Amat, l’ente che si occupa della gestione del servizio di trasporto pubblico a Palermo. Il piano prevede la soppressione di ben 36 (leggasi trentasei!) linee cittadine, lasciando scoperte innumerevoli zone della capitale palermitana, fra cui Mondello e i collegamenti con gli ospedali, obbligando gli utenti a prendere più autobus e  a fare sino a chilometri a piedi per raggiungere una zona servita da fermata.

Geniale, no? Un piano così geniale che fa il pari con quello degli anni scorsi, quando è stato aumentato il biglietto, sino a quasi più del 50%, e diminuito di conseguenza (com’è ovvio!) la durata di validità di questo da 90 a 60 minuti.

Inoltre, come segnalato dal volantino fatto circolare dai Cobas sabato scorso, l’Amat tiene a registro 5oo vetture quando il servizio è assicurato da 250, di cui 50 totalmente inefficienti.

Credo che ai vostri occhi cominci a farsi strada la verità, che è chiaramente quella di un’azienda al collasso probabilmente destinata al fallimento, con gestioni mirate soltanto a spillare soldi alla comunità, e un’enorme mole di corruzione che l’avvolge da decenni a questa parte.

Le vittime come sempre restano sempre gli inermi e onesti cittadini, privati di un servizio che spetta loro di diritto.

Come in tutte le società civili.

Dunque non la nostra.

 



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