La tutela del suolo e la prevenzione del dissesto idrogeologico entrano nel vivo. Nell’ultimo semestre dello scorso anno, infatti, sono stati assegnati i primi 700 milioni di euro per opere di difesa del territorio.
Si tratta di circa un terzo dei finanziamenti già approvati ma mai realmente partiti, come aveva detto tempo recentemente Erasmo De Angelis, capo della struttura di Palazzo Chigi #italiasicura contro il dissesto idrogeologico (leggi l’articolo: Dissesto idrogeologico? Pochi cantieri e poca voglia).
Ed è stato proprio De Angelis a rendere noti i risultati ottenuti in questi mesi. “Ancora non è detto che tutto quello che viene appaltato si traduca immediatamente in cantieri rapidi”, commenta Giorgio Santilli su Il Sole 24 Ore, “ma la strada dopo anni di blocco sembra finalmente quella giusta”.
Uno degli elementi che ha consentito lo sblocco delle risorse (complessivamente si parla di oltre 2,1 miliardi di euro provenienti da vari piani e programmi mai attuati) è il processo di semplificazione sotteso alla gestione dei fondi stessi. I presidenti delle Regioni nella loro veste commissariale, per esempio, si vedono affidati tutti i progetti di difesa del territorio dal dissesto idrogeologico, a prescindere dalla fonte di finanziamento o dalla origine del piano.
Un occhio alle Regioni: ecco gli interventi gia’ attivati
Entrando nel dettaglio, il maggior numero di interventi attivati (banditi e assegnati) spetta al Piemonte con 102 per un valore dei lavori di 30,4 milioni di euro. Poco più della metà sono i progetti in Lombardia (57) ma, in questo caso, l’importo è molto più alto: 137,7 milioni di euro. In terza posizione la Calabria con 50 interventi per un valore di oltre 58 milioni di euro.
I lavori più impegnativi sono quelli relativi alla messa in sicurezza del Lago d’Idro in Lombardia (50 milioni di euro), gli interventi sul Fereggiano e sul Bisagno che hanno provocato lutti e danni in Liguria (oltre 80 milioni complessivi) e lo scolmatore dell’Arno a Pisa Pontedera in Toscana (15 milioni).
Sul tema della tutela del suolo e della lotta al suo “consumo” segnaliamo anche la recente intervista con la prof.ssa Emanuela Casti dell’Università di Bergamo e direttrice del Laboratorio Diathesis (leggi l’intervista: Consumo di suolo: bloccare le attività umane sul territorio non è sbagliato, è demenziale).
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